Industria del petrolio

Analisi sul prezzo del petrolio e conferenza di Doha

Stavo leggendo in questi giorni un interessante articolo su Internazionale che analizzava la situazione internazionale per quanto riguarda il petrolio e la conferenza dei maggiori produttori dell’oro nero svoltosi a Doha, in Qatar.

L’articolo preso in considerazione mette in relazione costo petrolio e investimenti in energie rinnovabili, secondo il giornalista il prezzo basso degli idrocarburi potrebbe disincentivare la ricerca di risorse alternative ai combustibili fossili.

Buona lettura.


Il prezzo del petrolio per il clima
Eric Frey, Der Standard, Austria

Non è affatto una sorpresa che al vertice svoltosi il 17 aprile a Doha, in Qatar, i maggiori produttori mondiali di petrolio non siano riusciti a trovare un accordo per limitare la produzione e far salire nuovamente i prezzi. Anche quando c’erano meno divisioni, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio non era in grado di controllare i prezzi. Oggi alla rivalità tra Arabia Saudita e Iran si è aggiunta la lotta interna al regime saudita tra la vecchia guardia e gli uomini del potente principe Mohammad bin Salman.

In ogni caso un eventuale accordo avrebbe potuto sostenere i prezzi solo a breve termine. Una cosa è una promessa fatta al tavolo delle trattative, un’altra è rinunciare a milioni di dollari di entrate in un momento in cui, per un motivo o per l’altro, tutti i paesi produttori hanno bisogno di soldi.

Se il prezzo si stabilizzasse intorno ai cinquanta dollari al barile sarebbe un grosso problema per paesi come la Russia, il Venezuela, la Nigeria e l’Iran, che avevano basato le loro politiche di bilancio sul doppio di quella cifra. Ma a essere danneggiato sarà soprattutto il clima. Il petrolio a buon mercato riduce gli incentivi a migliorare l’eiffcienza energetica e a investire nelle fonti rinnovabili.
A lungo termine questo può produrre conseguenze molto più gravi rispetto a una nuova impennata del prezzo del greggio.

Ma se gli stati produttori di petrolio sono impotenti di fronte alle forze del mercato, i paesi industrializzati possono fare qualcosa: per esempio, introdurre un’efficace tassazione delle emissioni di anidride carbonica, che potrebbe risultare politicamente accettabile proprio grazie agli attuali bassi prezzi dell’energia. La soluzione ideale sarebbe un’iniziativa congiunta a livello internazionale o europeo, ma i singoli paesi possono agire anche da soli.

Sarebbe tragico se le speranze germogliate dopo la conferenza di Parigi sul clima fossero subito stroncate dal petrolio a buon mercato.

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