Democrazia diretta o gogna di “rete”

In questi giorni stavo riflettendo sulle votazioni dei presidenti di Camera e Senato, e sui comportamenti avuti dalle varie forze politiche; per quanto riguarda i partiti maggiori, o di più vecchia data, è stato quasi scontato che ognuno facesse convergere i propri voti sul proprio candidato nel caso (verificato) non si fosse arrivati ad un accordo politico; i partiti a sostegno di Monti (anche se con una lista nuova) pur avendo persone nuove, ha al proprio interno persone che hanno già masticato di politica e quindi credo che la scelta di votare scheda bianca (indipendentemente se sia condivisibile o meno) non abbia creato malumori o scalpori.

Chi, probabilmente, ha avuto qualche tentennamento è stato il Movimento 5 Stelle, tentennamento dovuto al fatto che tutti siedono per la prima volta in Parlamento e che forse si comincia a capire che una cosa è la politica dei proclami e slogan, ed una cosa è la politica delle decisioni e delle scelte.

Un tentennamento che quindi può essere capito, metabolizzato e anche accettato; si, perché tutti quelli che criticano chi di loro ha votato Grasso (essendo il voto essendo può avere preso consensi anche da altri) si devono chiedere: “io cosa avrei fatto?”.

La cosa che però sconvolgente, è come Beppe Grillo sappia già che è stato qualche suo senatore a dare la preferenza a Grasso, come fa a saperlo? Era nella cabina con i suoi senatori collegato in streaming? Pur non sapendo se qualcuno dei suoi ha votato, ha pubblicato il seguente post:

Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto. Nel “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento” sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:
– Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.”

Il post cita testualmente “l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini”, appunto davanti ai cittadini ne risponderà in ogni momento di confronto e nelle successive elezioni, ne risponde al “cittadino” come scrivono, non al partito, in questo caso al Movimento 5 Stelle e nemmeno a Beppe Grillo; senza contare che l’art. 67 della Costituzione recita testualmente “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.”, quindi massima libertà di decisione, vero è che questo articolo ha sempre prodotto, in essere a tutte le legislature, la nascita di vari partitini post elezioni, ma sicuramente questo è di tutela dei vari membri per cui non possono essere allontanati dal Parlamento perché “non più graditi” dal partito che li ha espressi.

Il post parla di trasparenza, e cita il “codice di comportamento”, ovviamente chi si è candidato ha sottoscritto liberamente quanto riportato in questo codice, quindi ne condivide il contenuto; io sono andato a leggere questo codice e ho trovato questo passaggio che mi lascia perplesso:

I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza.

 Chi deve essere espulso deve essere messo alla pubblica gogna, sottoposto ad una votazione, quindi ad un giudizio e sentenza di rete dove i partecipanti del Movimento 5 Stelle devono decidere se uno deve rimanere od essere espulso … mi sembra di rivedere l’arena dei gladiatori dove si chiedeva ai presente se uno doveva vivere o morire … come detto prima, se uno ha firmato era conscio anche di ciò, però secondo me questa non mi sembra democrazia diretta, questo è un sistema per non prendere decisioni e lasciare che siano altri a decidere.

E visto il periodo in cui siamo, appena ho letto questo passaggio mi è venuto in mente questo episodio, è un po’ vecchiotto ma mi sembra che calzi benissimo

“Gesù intanto comparve davanti al governatore; e il governatore lo interrogò, dicendo: “Sei tu il re dei Giudei?”.  E Gesù rispose: “Tu lo dici”. E mentre i capi dei sacerdoti e dagli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: “Non senti quante cose testimonianze portano contro di te?” Ma non gli rispose neanche una parola, tante che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa di il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba, o Gesù, chiamato il Cristo? Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: “Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi in sogno sono stata molto turbata per causa sua. Ma i capi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: “Di questi due chi volete che metta in libertà per voi?” Quelli risposero: “Barabba”. Chiese loro Pilato: “Ma allora che farò di Gesù, chiamato Cristo?” Tutti risposero: “Sia crocifisso”. Ed egli disse: “che male ha fatto?” Essi allora gridavano più forte: “Sia crocifisso!” Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: “Non sono responsabile di questo sangue innocente. Pensateci voi”