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Expo Milano 2015: Slow Food presenta la banca della vita

Comunicare la biodiversità attraverso l’arte. E’ il messaggio di Life Bank, l’istallazione presentata il 10 maggio allo Slow Food Theatre negli spazi espositivi di Expo Milano 2015. Life Bank nasce grazie ad una felice intuizione di Slow Food e all’inedita collaborazione tra l’artista belga Koen Vanmechelen, la fattoria biologica il Rosamrino di Marcon, in provincia di Venezia, e lo chef Ambassador dell’Esposizione Universale Pietro Leemann, del ristorante vegetariano stellato Joia.
Una collaborazione che ha prodotto un messaggio forte e chiaro: il futuro del Pianeta e la sua stessa sopravvivenza dipendono dalla nostra capacità di preservare la biodiversità.
Il percorso multisensoriale è stato inaugurato a Venezia il 9 maggio e fa parte di un evento collaterale della 56.a Biennale d’Arte.
“L’istallazione si apre con due grandi mani di bronzo, contenenti semi di vetro e un pulcino”- ha spiegato Cinzia Scaffidi, vicepresidente di Slow Food Italia. Il vetro, materiale che rappresenta la fragilità dell’equilibrio naturale, proviene dalla fornace dello studio Berengo a Murano.

Life Bank è ospitato dall’ultimo piano del Palazzo Franchetti, a Venezia, prima adibito ad una banca. I cassetti che una volta contenevano i soldi dei risparmiatori sono stati ora riempiti di semi, trasformandosi così in una vera e propria banca della vita. “L’unica possibilità di conservare la biodiversità è coinvolgere il pubblico”, ha spiegato alla presentazione dell’istallazione Piergiorgio De Filippi della fattoria il Rosmarino, che ha fornito le sementi. I visitatori della mostra potranno piantare i semi nelle palline d’argilla trasformandola così in un’istallazione in crescita. Alla fine del percorso sono previste degustazioni speciali create dallo chef Pietro Leemann.

“Credo che non si tratti solo di biodiversità, ma anche di diversità bioculturale, perché ora noi condividiamo tutti lo stesso spazio e dobbiamo trovare il modo di riuscire a vivere insieme”, ha spiegato Koen Vanmechelen. Secondo l’artista la chiave della sopravvivenza è nella contaminazione: “L’unico modo per poter convivere è quello di imparare a condividere”.

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