Stati Uniti d'America

Il mio discorso sul TTIP – Transatlantic Trade and Investment Partnership

Ecco il discorso che ho tenuto il 6 Novembre 2014 in consiglio comunale a nome della maggioranza sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).

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Il mio intervento sarà a nome dell’intera maggioranza.
Ringrazio il consigliere Marazzini per la mozione che ha proposto, lo ringrazio perché ha portato un po’ di Europa anche nel nostro consiglio comunale e per aver acceso i riflettori su un argomento di cui fino a poco tempo fa quasi nessuno parlava.

Per la discussione di stasera abbiamo voluto informarci attraverso canali ufficiali e tralasciando vari siti che si schierano pro o contro. in particolare abbiamo contattato chi in Europa rappresenta l’Italia cioè parlamentari europei, e alcuni professionisti che lavorano nelle sedi europee.

Interessante è stato scoprire che il principale motivo di critica mosso contro il TTIP – la segretezza del negoziato – è caduto proprio recentemente: l’argomento non è più secretato dal 9 ottobre 2014 grazie all’interessamento e alle pressioni proprio del Governo Italiano durante il suo periodo di Presidenza dell’Unione, è stata questa desecretazione che ha permesso la presa di coscienza di questi negoziati iniziati nel 2013.

Il trattato in discussione ha come obiettivo quello di “armonizzazione” quelle barriere non tariffarie che rendono difficoltosi o più costosi gli scambi commerciali tra le due sponde dell’Atlantico

Un esempio di tali barriere non tariffarie sono i crashtest che le autovetture USA devono superare per essere commercializzate in Europa, e viceversa, perché ci sono metodologie diverse per giungere a risultati di sicurezza uguali che comunque devono essere rispettati; questo vuol dire che le autovetture quando sbarcano in Europa devono essere, diciamo così, “riomologate” seguendo la metodologia europea di test per raggiungere lo stesso risultato di sicurezza che hanno raggiunto negli USA con un aggravio di costo per l’acquirente finale.

E di fronte a un esempio del genere tutti potremmo schierarci a favore del superamento delle barriere, la questione si fa più delicata quando si toccano altri temi. Per esempio, tra le barriere non tariffarie rientrano anche tutte quelle restrizioni vigenti in ambito agroalimentare che garantiscono una protezione geografica dei prodotti; il negoziato, quindi, suscita il timore che non si riesca a far accettare agli Stati Uniti d’America il riconoscimento della maggior parte dei prodotti che in Europa hanno la Denominazione di Origine Protetta.

Bisogna invece dire chiaramente che non rientrano nel negoziato in corso altre barriere non tariffarie sulle quali siamo molto sensibili, quali: OGM, le misure a sostegno dei beni culturali, i diritti dei lavoratori e la gestione dei beni pubblici, come invece affermato anche da autorevoli esponenti della società civile che si sono schierati contro il TTIP.

Altro punto controverso è il cosiddetto ISDS (Investitor-State Dispute Settlement), una sorta di tribunale privato che avrebbe impatti importanti nel caso nascessero delle controversie tra uno stato e un privato che adducesse un danno economico per il mancato riconoscimento di un diritto sancito dal Trattato.

A fronte di queste ambivalenze, uno studio commissionato dall’UE a un importante istituto di ricerca Inglese dimostra come sia l’economia europea ad avere i maggiori vantaggi, e come l’Italia sarebbe tra  gli Stati Membri più beneficiati dal TTIP, in quanto vedrebbe abbattute le barriere di propri prodotti realizzati da una miriade di nostre piccole e medie imprese che oggi non hanno struttura e mezzi adeguati per affrontare le barriere non tariffarie che il trattato farebbe invece cadere.

Come detto precedentemente, le linee guida di questi  negoziati sono diventate pubbliche da pochi giorni, e la stessa Unione Europea ha lanciato un sito in cui tutti i cittadini europei possono esprimere giudizi e suggerimenti. Dai negoziati deriverà un trattato che dovrà essere approvato dal Parlamento Europeo.

Pensiamo quindi che esprimere una presa di posizione netta ora sia affrettato, poiché troppi elementi sono ancora in divenire, come dimostra il fatto che vari contenuti dei negoziati stanno emergendo proprio in queste settimane e che, quindi, potremo formarci un’idea più chiara sul TTIP a breve; quello che sicuramente si può chiedere a chi ci rappresenta in Europa è che si impegni affinché le prerogative e le eccellenze italiane vengano tutelate. In tal senso ciascuno di noi può muoversi presso i parlamentari europei che più rappresentano la propria sensibilità.

Inoltre, visto che tutto dovrà essere votato dal Parlamento, e se approvato dovrà essere recepito da ogni stato dell’Unione Europea, chiedere un ritiro dalla fase di negoziazione non solo risulterà un errore politico, ma farà si che saranno altri stati a decidere anche per l’Italia.

Per questo gli impegni proposti dalla mozione non sono per noi recepibile e quindi il voto della maggioranza non potrà che essere contrario.

Link approfondimento:

Directives for the negotiation on the Transatlantic Trade and Investment Partnership between the European Union and the United States of America
http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-11103-2013-DCL-1/en/pdf

Council press release:
http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/145014.pdf

Qui sulla pagina del mediatore europeo, dove è stata anche aperta una consultazione pubblica:
http://www.ombudsman.europa.eu/en/press/release.faces/en/58057/html.bookmark

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