Grazie

La semplicità di non mettersi in mostra

GrazieQuando succedono cose che non ti aspetti lo stupore ti prende e ti pervade; questo è quello che a volte mi capita quando persone che conosci ti vengono e ti dicono “grazie“, oppure “questa cosa te la meriti veramente“, comunque attestazioni di riconoscimenti che mi lasciano perplesso perché non capisco la motivazione di questi riconoscimenti.

Quando poi chiedo il “perché“, le risposte mi stupiscono, mi stupiscono perché mi fanno presente situazioni che io reputo “normali“, o comunque di cui non penso di aver fatto nulla di strano e particolare; riconoscendo che questa situazione è strana, anche io tendo a ringraziare o a complimentarmi con qualcuno perché so quanto un “grazie” o un “riconoscimento” spontaneo possa veramente far bene.

A volte qualche mio amico mi dice “scusa, ma se ti riconoscono qualcosa, perché non chiedi nulla in cambio?“, non chiedo nulla in cambio perché altrimenti si potrebbe pensare che faccio le cose, o mi comporto in determinato modo, per avere un tornaconto personale; purtroppo la questione del “tornaconto” è qualcosa che orami si sente e si respira in ogni ambito, anzi non è normale “non chiedere”; probabilmente al mondo d’oggi è costume mettersi in mostra facendo vedere che si fanno le cose, per poi chiedere in cambio qualcosa.

Questa non è la mia filosofia, io sono per la frase del Vangelo “la tua mano destra non sappia cosa fa la sinistra“, che siano gli altri a valutare senza che io faccia pubblicità, questa filosofia l’ho imparata nella mia formazione parrocchiale e di impegno in oratorio; a me i riflettori non sono mai piaciuti, anzi l’essere presidente di Insieme per Legnano per un certo periodo mi ha fatto finire sotto i riflettori, mi ha fatto mettere in gioco davanti ad una platea di persone che comunque non conoscevo (in oratorio conoscevo perfettamente l’interlocutore); pur essendo presidente di una formazione politica la cosa non ha cambiato il modo di rapportarmi con gli altri, e non mi ha nemmeno messo fronzoli per la testa, o manie di protagonismo.

In quinta superiore una mia compagna sul retro della foto di classe mi scrisse:

GRAZIE, perché tu, ragazzo strano che ama passare inosservato, che non passa per le vie luminose del centro, ma per strette strade buie, mi hai insegnato che esiste un valore, un grande valore che tu possiedi: LA SEMPLICITA’“.

Questo pensiero è quello che sempre mi è rimasto nella mente, è un pensiero che sempre mi fa pensare, perché vedo riflesso tutto quanto scritto prima; ultimamente la “semplicità” non la metto in pratica, anzi spesso e volentieri i pensieri diventano sempre più complessi, però lo scritto di questa mia compagna lo porto sempre con me.