L’arte della lagna, sport nazionale

Titolo non è mai stato più azzeccato per quello che ogni giorno si sente dalle trasmissioni radio ai discorsi che si possono sentire quando si frequenta i locali delle più svariate tipologie.

I discorsi meno peggio sono: “sono tutti uguali, però vado a votare tizio” … beh, si può non concordare su chi si dice di votare, però si riconosce il grande valore e forza del “voto”; l’altra voce è “sono tutti uguali, quindi non vado a votare“, questa posizione è già difficile da accettare perché manifesta sfiducia per il presente ed il futuro, ma fa ancora più “male” perché non si esercita un proprio diritto e dovere, ci si accontenta di contestare, delegando comunque agli altri le azioni … se uno non partecipa è inutile lamentarsi dopo; la terza frase è “sono tutti uguali, fanno tutti schifo, fa schifo l’Italia è meglio andarsene” … questa è per me la massima apoteosi della “lagna“, non va bene nulla, quindi dico che la mia nazione fa schifo e, anzi, sono scemi tutti quelli che ci rimangono in Italia… ma io voglio solo sapere come si fa a pensare questa cosa? L’Italia è stata la patria di tante cose che dalla notte dei tempi sono arrivate a noi, noi abbiamo una storia che ci invidiano in tutto il mondo e c’è gente che ci “sputa” sopra come se niente fosse.

Questa cosa non la posso condividere minimamente, e mi fa arrabbiare perché chi dice queste cose alla fine non se ne va, e invece si lamenta e basta; non mi piace nemmeno la seconda frase che ho riportato prima, non condivido il mettere tutti sullo stesso piano, politici poco rappresentabili da politici che invece si impegnano, e che magari ci mettono pure i soldi.

Questi ragionamenti “qualunquistici” non mi piacciono minimamente, il lamentarsi senza nessun “pro” a cosa serve? il voto è il grande strumento democratico per cambiare le cose che non vanno; la rete è anche il grande mezzo per informarsi (anche se bisogna stare attenti alle fonti) e, perché no, per entrare in contatto con il “politico” della propria città: dal consigliere, al sindaco fino ad arrivare al Parlamento dove magari siede un rappresentante proveniente dal proprio territorio.

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