Alberto da Giussano a Legnano

Le mie considerazioni sulla Battaglia di Legnano

Candelabbro di Federico BarbarossaIn questi giorni è stucchevole leggere sui giornali locali le considerazioni di storici in riferimento alla Battaglia di Legnano del 1176, oppure delle dispute se la battaglia si svolse a Legnano oppure a Borsano.

Dico stucchevole perché le scuole di pensiero sono fondamentalmente 2 ovvero:

  • la disfatta del Barbarossa ha impedito la riunificazione dell’Italia ben 800 anni prima di quando vi fu,
  • la disfatta del Barbarossa ha permesso la nascita dei Comuni liberi e quel senso di governo che per gli italiani deve arrivare dal basso e non deve essere imposto.

Io non sono storico, però alcune considerazioni le vorrei fare anch’io, ponendo anche delle domande; è vero che la Battaglia di Legnano non fu una sorta di Italia – Germania (di calcistica memoria), infatti la maggior parte dei comuni erano del Nord Italia, pur avendo l’appoggio del Papa, quindi le regioni meridionali non furono interessate direttamente in questa guerra, sarebbe bello sapere cosa succedeva nei regni del Sud quando a Nord imperversava la guerra.

La vittoria dei comuni, forse ha favorito la frammentazione del territorio nazionale, però ha permesso la nascita dei comuni liberi e dei vari ducati che vedevano quasi tutti gli attuali capoluoghi di regione come centri di potere; centri di poteri controllati dalle più potenti famiglie “italiane” che hanno permesso il grande tesoro che abbiamo il Rinascimento.

La presenza dei ducati, secondo me, ha favorito la nascita delle tante belle opere d’arte di cui l’Italia è custode, quel senso di “campanilismo” ha fatto si che i vari ducati non si fronteggiassero solo con le armi, ma anche ingaggiando i più grandi e alti artisti dell’epoca creando concorrenza tra i ducati e tra i grandi artisti.

Se vi fosse stato uno stato unitario già nel 1176, tutto questo sarebbe avvenuto? Saremmo stati più ricchi o più poveri di opere d’arte? A queste domande non saprei rispondere, ma mi piacerebbe capire se l’Italia che conosciamo oggi ci sarebbe stato; sicuramente il campanilismo attuale e il nostro provincialismo deriva dal fatto che ci sentiamo molto più legati al territorio in cui si nasce che non a qualcosa di più grande e vasto, però abbiamo sempre dimostrato che quando noi italiani riusciamo a muoverci tutti verso una meta comune non abbiamo eguali al mondo.

Ogni tanto dovremo avere più orgoglio a professarci italiani e a vedere il mondo più positivamente.

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