Parlare di politica come vocazione a 18enni e 19enni

La sera del 7 Aprile sono stato invitato, assieme ad un’altra persona, a parlare dell’impegno politico come vocazione al gruppo 18enni e 19enni delle 3 parrocchie dell’Oltre Stazione di Legnano; erano 7 anni che non parlavo a giovani di questa età in oratorio, da quando lasciai io l’attività di educatore nell’Oltre Sempione sempre di gruppi simili.

I 15 ragazzi con educatori, don e suora sono sembrati interessati all’incontro, un po’ taciturni ma tutto sommato abbastanza logico un comportamento di questo genere; comunque sono uscite domande molto interessanti:

  1. c’è qualche modello a cui ti ispiri per fare politica?
  2. come si fa a conciliare religione e politica?
  3. come si fa in un periodo come questo di difficoltà ad avere l’entusiasmo di fare politica?
  4. perché un cristiano dovrebbe fare politica?

Domande molto belle ed interessanti che comunque hanno richiesto un minimo di riflessione e che sono risultate “intriganti”:

  1. modelli non ne ho, ho però in mente persone che per portare e far crescere l’Italia subito dopo la Seconda Guerra Mondiale si sono messi intorno ad un tavolo, ognuno con la propria storia, etica e formazione, e hanno fatto qualcosa per il bene di tutti.
  2. A livello locale, per quello che ho visto io, quando ci si confronta con persone di estrazioni diversi c’è sempre il rispetto dell’altro; nessuno pensa di avere  più ragioni dell’altro, ci si confronta, ci si scontra ma sempre con grande rispetto; si cerca sempre di includere più che di escludere e si cerca sempre comunque di essere concilianti.
  3. L’entusiasmo nasce dalla responsabilità, l’onore e l’onere di governare una città da 60.000 abitanti; non si governa per prestigio persona o di parte, si governa per gli altri perché si vuole lasciare qualcosa di migliore per il futuro di chi adesso a Legnano è sui banchi di scuola. Anche se non in consiglio comunale, alcune scelte di politica fiscale le ho sofferte perché sapevo benissimo quali sacrifici si chiedevano. Sono entusiasta di essere impegnato in politica anche in questo periodo, perché sono convinto che le cose miglioreranno; chi è positivo si muove, si adopera e magari sbaglia; chi pensa che le cose non cambieranno mai, si rassegna, diventa pessimista e l’unica cosa che sa fare è protestare.
  4. Un cristiano dovrebbe fare politica perché fa parte del mondo, non può vivere soltanto in un ambiente che gli piace; il Vangelo dice chiaramente di andare in tutto il mondo e di esserne testimoni.

Quasi provocatoriamente poi chiesi se qualcuno aveva mai pensato di impegnarsi in politica, o meglio nell’impegno civile per la propria città … interessante la risposta di una ragazza “io ci avevo pensato, mi ero fatta un’idea, ma poi ho visto un casino, ho visto chi pensavo a cui essere affine dividersi e ora non so più. Sono scoraggiata e confusa“; bella è stata la risposta di un suo coetaneo: “se non c’è nessuno che ti rappresenta, proponiti tu; altrimenti saranno sempre altri a decidere per te. Dobbiamo essere noi che in prima persona, se lo vogliamo, che ci dobbiamo impegnare“.

Io mi sono permesso solo di dare un consiglio a tutti, non ci sarà mai il candidato ideale e il partito ideale; però se ognuno riuscisse a farsi una propria idea partendo dalla politica legnanese, recuperando informazioni non solo sui giornali, ma anche sui siti dei consiglieri comunali, piuttosto che di quello delle forze politiche, se ognuno cominciasse soltanto a tenersi informato così poi quando andrà a votare lo farà con più convinzione e non perché sono stato bombardato dalla televisione o dai giornali.

Finisco questo breve scritto con 2 cose che non dissi quella sera, ma che ho pensato la notte stessa:

  • si ha entusiasmo nella politica perché “Un cristiano non può mai essere annoiato o triste. Chi ama Cristo è una persona piena di gioia e che diffonde gioia” (Papa Francesco)
  • per un cristiano fare Politica è fare carità

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