Sfogo di chi è impegnato in politica

Questo scritto, che francamente non so quanto possa diventare lungo, vuole essere solo la riflessione su quello che l’Italia sta passando, che gli Italiani stanno vivendo; si perché l’Italia non è un ente astratto, non è qualcosa che non si vede, non è un posto irraggiungibile, l’Italia sono gli italiani; alla stessa stregua non si può parlare di Europa in terza persona come se anche questa sia una entità metafisica non definita, l’Europa è formata dai cittadini di quelle nazioni che negli ultimi 60 anni ha scommesso sull’armonia e sulla pace del Vecchio Continente.

Queste mie riflessioni partono dalla situazione attuale, prendono spunto da quanto sta accadendo nel nostro bel paese, e voglio prendere spunto anche dal testo di una canzone e dalla nostra Costituzione; queste riflessioni hanno l'”ambizione” che possano essere lette da persone influenti che ho tra i miei contatti social su Twitter, contanti che ho scelto io di seguire, e persone che invece mi hanno messo tra le loro fonti di interesse.

Inizio con l’esperienza che ho vissuto pochi giorni fa, dopo essere andato a cena nel ristorante di un amico, mi fermo a parlare delle imminenti ferie, dei rispettivi viaggi e alla fine mi dice “noi ritorniamo in Nuova Zelanda, e forse non ritorno più. Non si può più stare in questa Italia, un’Italia che sembra ferma e dove nessuno aiuta noi piccoli imprenditori“; il mio amico ha 30 anni. Sempre questa persona mi dice che un amico comune sta pensando anche lui a trasferire la sua attività all’estero perché in Italia si lavora male, non si può programmare nulla, non si riesce a vivere; questa seconda persona ha la mia età 37 anni.

Queste brevi parole mi fanno lanciare un appello, non un urlo di rabbia, a chi ha il potere di decidere cosa fare per l’Italia, perché si muova e si sbrighi! E’ vero la nostra Costituzione dice “La sovranità appartiene al popolo“, già quindi appartiene a noi; la seconda parte recita “che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione“, quindi va esercitata all’interno della nostra Costituzione, per cui tutti coloro che pensano che ci voglia una “personalità forte” forse non conoscono nemmeno il nostro primo articolo, e la cosa grave è che questo concetto a volta viene illustrato anche in alcune trasmissioni, siano esse in radio o in televisione.

La sovranità la esercitiamo con le elezioni, decidendo noi (anche se il sistema elettorale attuale non è così) chi sono i nostri rappresentanti, art. 48 “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico“, il suo esercizio è dovere civico … quindi se molti non esercitano questo diritto, la Politica si deve interrogare; come si deve interrogare perché molti non pagano le tasse, l’art. 53 recita “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva“, questo articolo mette assieme due cose aspramente contestate in questi anni: “spese pubbliche” … spesa fuori controllo perché in questi anni molti hanno gestito le risorse non proprio come “il buon padre di famiglia”, ma sono altresì convinto fermamente che la maggior parte degli amministratori è stato, ed è, “un buon padre di famiglia”; anche Celentano nella sua canzone ad un certo punto dice ” I funzionari dello stato italiano si fanno prendere spesso la mano inizian bene e finiscono male capita spesso che li trovi a rubare e fanno cose che stan bene solo a loro“, ma qualche riga dopo il grande cantante scrive “Io non ci credo che tutti gli italiani sotterrerebbero l’amianto nei campi infangherebbero il nome degli avversari al solo scopo di non averli lì davanti”. “Capacità contributiva“, quindi pagamento di tasse troppo alte per servizi scadenti, e pagamento delle stesse che incidono particolarmente sulle fasce più deboli della popolazione.

In questi giorni chi ci rappresenta è preso con ripicche politiche dopo la sentenza Mediaset (che non voglio commentare) paventando anche la guerra civile; in queste ore  in cui solitamente ci si rilassa per le vacanze, noi italiani siamo invece preoccupati, non per una guerra civile, ma per una situazione economica e lavorativa che non si sa quale potrà essere al rientro dal periodo di riposo.

Siamo in una situazione in cui tutti i sindaci sono alle prese con la redazione dei bilanci, in cui i primi cittadini devono capire come lasciare inalterati, o aumentare, i servizi per i propri cittadini senza aumentare le tasse, e qualcuno parla di crisi di Governo, dimissioni ed elezioni. Dov’è il senso di responsabilità? Dov’è il senso del “bene comune” che tutti paventano? Chi guarda veramente gli interessi di noi italiani e chi solo quelli a fine elettorali?

Io ho 37 anni, fortunatamente lavoro e sono presidente della lista civica Insieme per Legnano; lista che assieme al PD, Idv e RiLegnano (altra lista civica) amministrano Legnano dal 2012. Non sono consigliere comunale, non ho incarichi comunali, ma partecipo e sono al corrente della vita amministrativa e politica della città; il sapere qual è la situazione delle casse comunali, lo stare male per dare l’avallo come l’anno scorso all’IRPEF comunale, farsi proprie le difficoltà per far si che i legnanesi possano “vivere bene”, e vedere che a Roma sono li a decidere cosa conviene fare con il Governo, mi fa viene un grande rammarico e quasi mi chiedo se sanno, e hanno, il polso degli italiani chi è a Roma.

Malgrado questo rammarico io credo nella Politica vera, come credo che ci siano tanti  che credono fermamente che fare politica e interessarsi al proprio comune e Nazione, non sia una cosa da schifare, ma veramente un grande impegno; fare politica non può essere solo “mantenere il proprio elettorato”, fare politica è essere pragmatici e capire cosa è fattibile e cosa no, capire che a volte bisogna mettere da parte i propri credi e principi per il “bene superiore”, che non è quello di nessuna casta, ma quello di chi è amministrato. In situazioni eccezionali, occorrono soluzioni straordinarie e responsabilità doppie; io sono simpatizzante del PD, un governo con il Pdl non l’ho mai ben visto, ma in una situazione lavorativa/economica/finanziaria difficile come questa, un governo siffatto lo capisco e lo approvo; lo approvo se vengono veramente fatte misure che non consentano una nuova emigrazione, che consentano la nascita di nuovi posti di lavoro, che consentano il ritorno della fiducia e quindi di un benessere vero.

Per far ciò però i nostri rappresentanti dovranno operare in questa direzione, tutti noi ci dovremo responsabilizzare (magari chiedendo sempre scontrino e ricevuta), se ognuno di noi dovesse rinunciare a “fare il furbo” con il proprio vicino, allora saremo una grande nazione e nessun problema potrebbe paralizzare la politica nazionale.

Scusate lo sfogo, spero solo che qualche mio “illustre” contatto su Twitter possa leggere questo post, lo possa meditare, gli possa essere di spunto; non voglio nulla per me, vorrei solo che chi ci rappresenta e governa a Roma non si preoccupi di arrivare a domani, ma pendi al dopo domani.

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