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Viaggio in Messico

Viva Maya Playacar MessicoDal 21 al 29 Aprile sono stato in Messico, una vacanza che ho passato in una struttura sulla Riviera Maya; la cosa bella di questo resort è che all’interno hanno lasciato la vegetazione originale e quindi sembrava di essere in una foresta.

Messico 2018 chiesaCome sempre durante i trasferimenti per le varie escursioni, ho potuto vedere quello che forse è il “vero” Messico; casette sparse lungo la strada, cittadine piccole in cui comunque immancabilmente era presente una chiesa, abitazioni modeste che potevano far pensare a una sorta di “malinconia”.

Invece come ci hanno spiegato le guide, i messicani sono sempre felici aMessico 2018 abitazionenche se per noi hanno poco; è vero nell’albergo erano tutti sorridenti, se a colazione, pranzo o cena mancava qualcuno che solitamente era presente chiedevano il motivo dell’assenza.

Poi quando le guide ti raccontano che:

  • l’autista che ti accompagna prende 15 pesos (meno di 1€ visto che il cambio era 1€=22 pesos)
  • che l’ambulanza costa 2.500$ e se non li hai non ti carica
  • partorire costa 30.000 pesos
  • il primo anno di lavoro si ha 1 sola settimana di vacanza
  • la patente la si prende in un giorno
  • non si ha l’obbligo dell’assicurazione sulla macchina

abitazione Messico 2018Forse ti fa pensare che tutto sommato, malgrado quello che si dica in Italia non si vive male, magari ti accorgi che tante cose che riteniamo “indispensabili” possono essere superficiali, allora mi vine in mente il verso della canzone di Gaber “Io non mi sento italiano”

“Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.”

Poi ovviamente nella parte turistica, dove ero io, c’era la modernità e la bellezza, e dicendo all’autista del taxi “però qui ci sono tante belle case e ville”, lui ti risponde “certo, qui sono impresari…”

La Venaria Reale, una storia da scoprire

Un sabato fuori dal normale, un sabato tra natura, storia e architettura; è così che posso definire la visita al La Venaria Reale appena fuori Torino.
Venaria Reale e AlpiLa giornata meteorologicamente parlando non sembrava promettere un granché, le nuvole all’orizzonte rendevano i profili delle Alpi indefiniti, ma questo effetto permetteva di vedere il bianco delle cime innevate e scoprire così quale difesa le Alpi hanno sempre rappresentato per lo stato Sabaudo, uno stato la cui casa regnante è stata tra le più longeve del panorama europeo … e qui è stato il mio primo stupore, scoprire che la “bistrattata” casa Savoia di cui ho i ricordi scolastici solo dal 1800 in poi, invece è stata una casata che ha visto i propri albori nel 1003, sì la casata dei Savoia nacque proprio all’inizio dell’anno mille e si è protratta regnante fino al referendum tra Repubblica e Monarchia del 2 Giugno 1946.

Venaria Reale casate nobiliari europeeLa storia che spesso conosciamo sui Savoia parte dagli inizi del 1800 quando si cominciò a ipotizzare uno stato unitario, dei Savoia ne sentiamo parlare sotto Napoleone e poi la restaurazione del 1814, i moti carbonari e repubblicani, l’Unità d’Italia, le Guerre Mondiali, il fascismo, la fuga e l’armistizio … ecco questi ultimi avvenimenti potrebbero aver incrinato il rapporto e la percezione che si è avuto sui Savoia e che ho avuto sui Savoia … gli ultimi 30 anni di Regno forse hanno offuscato una storia che era quasi millenaria, alla stregua delle casate regnanti Spagnola e o Inglese.

La storia ha permesso ai Savoia di volersi dotare di una reggia estiva e riserva di caccia, una reggia che potesse “competere” con quelle dei regni europei … per questo venne ideata La Venaria Reale; un complesso molto esteso, una distesa in cui la grandezza mi faceva sembrare solo anche quando comunque c’era a visitarla tante persone.

Venaria Reale tempio DianaLa struttura della reggia richiama effettivamente quelle sparse per l’Europa e che si vedono sui libri o che ho avuto la fortuna di vederle (Versailles in primis), i giochi d’acqua, i giardini e gli spazi immensi mi hanno proiettato nel passato che hanno permesso la nascita dell’Italia e quindi del mio essere italiano, ma allo stesso tempo una reggia che si proiettava in Europa come punto focale e fulcro per l’intero continente.

Le stanze del La Venaria sono state tutte razziate, prima da Napoleone poi dall’incuria e dall’abbandono in cui la reggia ha attraversato gli ultimi anni; nel recente passato la reggia era diventata anche sede dell’esercito; l’abbandono aveva ridotto La  Venaria in un vero e proprio scheletro vuoto e che davano il senso della decadenza.

Venaria Reale particolare soffittoIl recupero degli ultimi 10 anni ha cercato di riportare la Reggia al suo vecchio splendore, ora l’intera struttura accoglie i turisti come un immenso libro di storia che ti accoglie, guida e ti fa vivere un’ambiente che per secoli è è stato il centro del potere Sabaudo non solo nel proprio regno ma anche per le casate del resto d’Europa.

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Cassinetta di Lugagnano, uno dei borghi più belli d’Italia alle porte Milano

A pochi chilometri da Milano, sulle sponde del Naviglio Grande sorge Cassinetta di Lugagnano; piccolo borgo che ho visitato nella “gita fuori porta” del Lunedì dell’Angelo.

Cassinetta di Lugagnano Naviglio GrandeIl pomeriggio il tempo non era un granché, infatti nuvole grigie si addensavano all’orizzonte; la presenza di questi nuvoloni però non ha impedito di percorrere le alzaie del Naviglio Grande sia verso Robecco sul Naviglio sia verso Castelletto. Lungo il Naviglio è stato bello e interessante ammirare le molte ville storiche che costellano la grande via d’acqua che porta a Milano e al Ticino.

Cassinetta di Lugagnano villePasseggiare sull’alzaia ha permesso di vedere i fasti delle grandi e importanti famiglie milanesi che avevano individuato la zona come luogo di residenza estiva; lungo il percorso si possono vedere le ville edificate dai Trivulzio, Visconti, Mantegazza, Castiglioni, Parravicini che con la loro presenza hanno permesso la crescita del borgo.

Cassinetta di Lugagnano cascinaLungo le sponde si possono notare ancora quegli scampoli di vita contadina che la grande industrializzazione e modernità stanno cambiando, basta addentrarsi di qualche passo nelle viuzze e sentieri che sbucano qua e là per trovarsi in mezzo ad un’aia di cortile e notare i vecchi strumenti contadini lasciati come ricordo e forse come monumento.

Caos vaccini figlio del referendum Costituzionale

In questi giorni non si parla d’altro, la questione dei vaccini sembra sia diventata un’emergenza nazionale alla stregua di un terremoto; non voglio entrare nel merito della questione, ma voglio soffermarmi solo sull’aspetto “tecnico” attuativo.

I ministeri della Salute e della Pubblica Istruzione emettono una circolare su vaccini/istruzione, ogni regione deve far rispettare questa circolare e cosa succede? Il caos più assoluto.

Ma da dove nasce il caos? Il caos nasce nei primi anni 2000 dove la riforma costituzionale dell’articolo V concede alle regioni autonomia in campo sanitario, questo alla stregua vuol dire che ogni regione è autonoma in questo ambito e che quindi ci sono ben 20 sistemi sanitari in Italia (ed è così che alcune prestazioni sono gratis in alcune regioni e altre no, da qualche parte si paga un ticket e in qualche altra regione no); questa autonomia ha fatto si che le regioni attuassero la circolare a modo proprio e che qualcuno decretasse moratorie che poi ha ritrattato.

Si poteva evitare ciò? Si poteva evitare questo ginepraio? SI, se il 4 dicembre del 2016 fosse passato il referendum costituzionale che in parte accentrava nuovamente questa autonomia le regioni avrebbero dovuto applicare una legge dello stato all’unisono e non ci sarebbe stato questo caos.

Qualcuno potrebbe gridare a “lo stato si vuole imporre ai territori” … beh ricordiamoci che la legge è passata in Parlamento dove siedono i nostri rappresentanti e chi siede li ha stretti contatti con le Regioni, senza contare che questa circolare era stata già vista dalla Conferenza Stato-Regioni.

Quindi si può dire che questo caos è figlio della mancata Riforma Istituzionale del 4 Dicembre 2016.