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La paura blocca il Brennero

Ho letto questo interessante articolo su Internazionale n° 1149 che analizza e valuta la situazione che si sta creando al Brennero e che sta interessando Austria, Italia ed Europa; alcune considerazioni sono molto interessanti, buona lettura.

La paura blocca il Brennero
Reinhard Göweil, Wiener Zeitung, Austria

È il valico alpino più trafficato e un emblema dell’Europa unita. Inoltre l’Austria ha un importante ruolo politico nella tutela dell’Alto Adige (Sud Tirolo per gli austriaci). A Bruxelles i rappresentanti del Tirolo del Nord e del Sud e quelli del Trentino hanno gli uffici nello stesso edificio, una sorta di ambasciata che oltrepassa i confini.

Il Brennero è molto più che un passo a 1.370 metri sul livello del mare: è un simbolo. Ma sembra che al governo austriaco importi poco. Senza che nessuno glielo avesse chiesto, il ministro della difesa Hans Peter Doskozil ha spiegato che trecento soldati sono pronti a difendere il Brennero, e che se ne dovessero servire di più il contingente sarà raforzato.

Qual è il problema? No, i nostalgici di Benito Mussolini non hanno compiuto un colpo di stato in Italia e dichiarato guerra all’Austria. All’origine di questo provvedimento c’è la paura che dal confine italiano si riversino nel ricco Nordeuropa centinaia di migliaia di profughi. Solo una paura, per l’appunto: oggi dal Brennero passano tra i duecento e i trecento migranti al giorno, più o meno quanti sono i soldati schierati. Il parlamento europeo è sempre più sconcertato dalla politica del terrore del governo austriaco. Anche gli eurodeputati socialdemocratici e popolari austriaci si sono schierati contro le segreterie nazionali dei loro partiti, che formano la coalizione al governo in Austria. È una cosa che non succede spesso.

Il governo sta perdendo di vista il domani e il dopodomani. Domani l’Austria sarà esclusa dalla (inevitabile) ricerca di una soluzione comune europea ai flussi migratori. E dopodomani, quando la questione dei profughi sarà risolta perché nelle aree di crisi le armi inalmente taceranno, l’Europa tornerà a occuparsi di altre questioni. Molti si ricorderanno che in un momento cruciale l’Austria ha deciso di andare da sola per la sua strada. C’è da dubitare che questo aumenterà la disponibilità degli altri paesi a venire incontro a Vienna sui temi che la riguardano davvero. Se chiuderà il Brennero, per l’Austria sarà solo l’inizio dei problemi.

Riflessioni sull’Europa

I fatti tragici di questi giorni credo abbiano messo in evidenza i limiti e le problematiche di questa Europa; un Unione che sembra traballare sia sotto gli attacchi terroristici, che per la questione immigrazione.

Il problema immigrazione era tale solo quando restava confinato all’Italia, quando i flussi hanno cominciato a toccare anche altri stati, allora è diventata una questione continentale da risolvere. Qualcuno ha deciso di alzare muri, qualcuno ha pensato di suddividere i profughi per cristiani e non; qualcuno invece ha deciso di accogliere questi bisognosi ed aiutarli. Io mi ritrovo in quest’ultima visione, “ero forestiero e mi avete accolto” beh chi sventola il cristianesimo come una bandiera, questo concetto lo dovrebbe avere chiaro, sia in Italia che in Europa; il “forestiero” non lo divide per classi o altro, il forestiero é forestiero ed è un essere umano.

Per quanto riguarda il problema terrorismo e contrasto, credo sia l’ora che nasca l’Europa Unita sotto tutti i punti di vista: sicurezza interna ed esterna, politica ed economica. Un’Europa che abbia un servizio segreto unico, una polizia unica, una forza militare unica in cui ogni stato mette a disposizione il proprio orticello anche agli altri. É stupefacente come uno stato sa vita morte e miracoli di ogni singolo cittadino e queste informazioni vengono celata gelosamente agli altri paesi.

Bisogna quindi superare la concezione di una sovranità totale degli Stati, ma piuttosto cominciare a “perdere” parte della propria sovranità per rendere sicuri sé e gli altri.

In Europa basta roaming internazionale e neutralità della rete internet

In questi giorni si sente parlare molto di Europa, e ultimamente n molti la stanno contestando e qualcuno ne auspica addirittura la dissolvenza. E’ notizia invece di queste ore che, grazie all’Europa, a partire da Giugno 2017 non vi sarà più il roaming internazionale all’interno degli stati dell’Unione Europea; vi riporto alcune interessanti informazioni più esaustive che mi sono appena giunte.

Costi del roaming e Internet aperto: domande e risposte

Cosa riguarda l´accordo?

Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno raggiunto un accordo sugli elementi chiave per un mercato unico nel settore delle telecomunicazioni, che prevede:

– fine delle tariffe di roaming quando si viaggio in UE a Giugno 2017;

– introduzione per la prima volta in Europa di norme a tutela di Internet aperto per dare slancio al settore degli operatori esistenti e anche di nuove start up.

Il regolamento aumenta anche la tutela dei consumatori garantendo in particolare che gli utenti siano informati sui loro diritti di roaming e sui loro consumi e abbiano anche il diritto di denunciare eventuali violazioni delle regole di Internet aperto.

Roaming

Cosa significa la fine dei costi del Roaming?

Questo significa che dal 15 giugno 2017 sarà possibile utilizzare il proprio dispositivo mobile quando si viaggia all’interno dell’UE pagando lo stesso prezzo previsto nel proprio stato membro (ROAMIING LIKE AT HOME). Per esempio, se si paga per un volume mensile di minuti, SMS e dati nel vostro paese, tutte le chiamate vocali, gli SMS e dati utilizzati durante i viaggi all’estero nell’UE verranno detratti da quel volume, come se foste a casa vostra, senza nessun costo aggiuntivo. Attraverso la fine delle tariffe di roaming i cittadini europei vivranno l’Europa come spazio connesso e domestico dal punto di vista delle telecomunicazioni.

Le regole impediscono inoltre gli usi abusivi: per esempio, se il cliente acquista una carta SIM in un altro paese dell’UE dove i prezzi domestici al dettaglio sono più bassi delle tariffe stabilite a livello europeo; oppure se il cliente rimane stabilmente all’estero con una sottoscrizione nazionale del suo paese d’origine. Questo non è il solito uso del roaming sperimentato dalla stragrande maggioranza degli europei. Questi comportamenti insoliti sono anche chiamati “roaming permanente” e potrebbero avere un impatto negativo sui prezzi domestici di ciascun paese, e in ultima analisi sui consumatori. Questo è il motivo per cui è stato inserita una clausola di uso equo “fair use clause”.

Una volta che il limite è raggiunto pur essendo all’estero, potrà essere caricato sul consumatore un piccolo sovraccosto, che sarà molto inferiore rispetto agli attuali costi (prezzi massimi che gli operatori possono caricare sui consumatori per il roaming in UE) e nel tempo diminuirà ulteriormente. La Commissione è stata incaricata di definire i dettagli del limite dell’uso corretto.

 

Che cosa succede fino ad allora? Cosa succederà quest’estate, i prezzi scenderanno di nuovo come succede ogni estate a partire dal 2007?

No, quest’estate la soglia delle tariffe di roaming al dettaglio rimarrà invariata rispetto al 1° luglio 2014, come stabilito dalle attuali norme sul roaming dell’UE (€ 0,19 per ogni minuto di chiamata effettuata, 0,06 € per ogni SMS inviato, e 0,20 € per MB di dati, escl. IVA). Queste regole sono ancora in vigore anche perché il regolamento non è ancora approvato.

Abbiamo però trovato una soluzione per la fase transitoria in attesa del fatidico 2017. Infatti, a partire da aprile 2016 e per tutto il periodo transitorio i prezzi saranno ancora più convenienti: in quell’ultimo anno gli operatori nazionali potranno aggiungere alle tariffe nazionali al massimo 0,05 euro per ogni minuti di telefonata, 0,02 euro per Sms e 0,05 euro per megabyte inviato.

Questo costo massimo di roaming è circa il 25% delle tariffe di roaming attuali per le chiamate effettuate e per i dati, e il 33% del tetto attuale di roaming per gli SMS.

La fine delle tariffe di roaming farà aumentare i prezzi sul mercato interno?

Poiché i regolamenti dell’Unione Europea sono stati introdotti per ridurre le tariffe di roaming, i prezzi mobili nazionali stanno diminuendo.

Le attuali tariffe per il roaming fanno sì che gli utenti spengano il proprio telefono cellulare all’estero. In futuro invece, senza avere paura delle bollette, si potranno utilizzare  i dispositivi più regolarmente in viaggio, questo significherà anche più opportunità per le aziende online e le start-up per fornire servizi ai consumatori quando viaggiano in UE. La clausola di salvaguardia dell’uso corretto impedisce anche, se necessario, l’uso abusivo di servizi di roaming, come il ‘roaming permanente’, che altrimenti potrebbero minare i mercati nazionali.

Per superare le ultime resistenze del Consiglio che difendeva la realtà di alcuni operatori “meno forti” è stato infatti inserito un meccanismo di “sostenibilità”: per affrontare il problema di alcuni Stati membri tra i più poveri (Paesi Baltici, Romania, Bulgaria), dove i prezzi al dettaglio nazionali continuano a essere significativamente inferiori alla media dei prezzi all’ingrosso in Europa e tali potranno essere(anche dopo la riduzione del massimale per il prezzo all’ingrosso citato nel primo punto, che inizierà nel 2016) consentendo il cosidetto recovery. Si è riconosciuto che questa situazione potrebbe creare un deficit strutturale sui clienti di quei paesi che viaggiano nel momento in cui il sovraprezzo delle tariffe al dettaglio di roaming sarà abolito. Alcuni degli operatori potrebbero essere tentati quindi di compensare questo deficit attraverso un loro piano tariffario nazionale e quindi in un certo senso di avvantaggiare, attraverso tariffe specifiche chi viaggia rispetto a chi non lo fa. Questo meccanismo di “sostenibilità” darà il permesso  di applicare un sovraccosto temporaneo sulle tariffe di roaming entro i limiti necessari per bilanciare il deficit. Voglio però sottolineare che abbiamo accettato questo meccanismo solo ottenendo, su mia esplicita richiesta a nome del Parlamento, che i criteri di questo meccanismo venissero ulteriormente rafforzati (sui criteri e sul coinvolgimento delle autorità di regolamentazione) e che fosse necessaria una preventiva autorizzazione da parte dell’autorità di regolamentazione, per evitare abusi da parte degli operatori che potrebbero cercare,  attraverso questa clausola, di derogare al principio di abolizione del roaming.

I prezzi del roaming sono notevolmente diminuiti da quando l’UE è intervenuta?

Sì, dal momento in cui l’Unione europea è intervenuta nel 2007, i prezzi che i consumatori pagano per il roaming tra chiamate, SMS e i dati sono diminuiti di oltre l’80% dal 2007. I dati in roaming sono ora il 91% in meno rispetto al 2007. E il volume del mercato dei dati in roaming è cresciuto del 630%.

Saranno solo coloro che viaggiano a beneficiare dalle nuove regole?

Il numero crescente di europei che viaggiano nell’UE sarà tra i primi beneficiari. Questa misura creerà anche un ambiente migliore per le imprese e per l’innovazione. Le nuove regole dovranno in particolare promuovere l’uso transfrontaliero dei dispositivi e dei servizi connessi (ad esempio collegamenti auto) e aumentare l´evoluzione delle applicazioni mobili.

Quale sarà il ruolo delle autorità nazionali di regolamentazione?

Le autorità nazionali di regolamentazione dovranno verificare e vigilare  sugli operatori di telefonia mobile con le nuove regole.

Net Neutrality

Perché abbiamo bisogno di regole per la neutralità della rete?

La neutralità della rete è di fondamentale importanza per gli utenti e le aziende. Essa assicura che gli europei abbiano accesso ai contenuti e ai servizi on-line che desiderano senza alcuna discriminazione o interferenza (come il blocco o il rallentamento) da parte dei fornitori di accesso a Internet. Questo principio è inoltre molto importante per le start-up che commercializzano i loro prodotti e servizi via Internet e devono essere in grado di competere su un piano di parità con le imprese più grandi.

Fino ad oggi, non ci sono state regole chiare sulla neutralità della rete a livello europeo, si è infatti consentito che la maggior parte degli europei non avessero alcuna protezione legale per il loro diritto di accedere a Internet. Alcuni paesi dell’UE hanno adottato leggi nazionali in materia di neutralità della rete. Tuttavia, in un mercato unico digitale, non possiamo permetterci che 28 Stati membri  adottino 28 approcci diversi  sul tema. La libertà dei cittadini europei di accedere o distribuire i contenuti di Internet non deve dipendere dal paese in cui si trovano. Avere una legge dell’UE in materia di neutralità della rete servirà a evitare altre frammentazioni della regolamentazione sulle telecomunicazioni in Europa, frammentazione che ha già indebolito il mercato europeo rispetto a quello americano.

Su che cosa si è trovato un accordo?

Le regole sanciscono il principio di neutralità della rete nel diritto dell’UE: nessun blocco o limitazione di contenuti online, applicazioni e servizi. Questo significa che ci saranno regole davvero comuni per Internet in tutta l’UE, che contribuiranno a un mercato unico e a superare la frammentazione attuale.

– Ogni cittadino europeo deve essere in grado di avere accesso a Internet e tutti i fornitori di contenuti e di servizi devono  essere in grado di fornire i propri servizi attraverso una rete Internet di alta qualità.

– Tutto il traffico sarà trattato allo stesso modo. Questo significa, per esempio, che non sarà consentito di imporre un sovrapprezzo per avere la priorità nella fornitura di un contenuto o un del servizio. Al tempo stesso, la parità di trattamento permette una ragionevole gestione del traffico giorno per giorno a seconda di esigenze tecniche necessarie, e che devono essere indipendenti dall’origine o dalla destinazione del traffico.

L’accordo politico prevede che l’articolo 1 (definizioni e obiettivi) e l’articolo 3 par.1 di sotto riportati riprendano completamente le nostre richieste.

“1. Questo regolamento stabilisce regole comuni per salvaguardare il trattamento uguale e non discriminatorio del traffico nella fornitura di servizi di accesso a internet, tutelando i diritti degli utenti finali”.

Article 3 – Safeguarding of open internet access

  1. End-users shall have the right to access and distribute information and content, use and provide applications and services and use terminal equipment of their choice, irrespective of the end-user’s or provider’s location or the location, origin or destination of the service, information or content, via their internet access service.
  2. Gli utenti finali hanno il diritto di accedere e distribuire informazioni e contenuti, utilizzare e fornire applicazioni, servizi e apparecchiature di loro scelta, indipendentemente dalla localizzazione dell’utente finale o del fornitore, dall’origine e dalla destinazione del servizio, dall’informazione o dal contenuto attraverso il servizio di accesso a internet.

Esempio: All’utente X deve essere garantito di guardare un film on line senza interruzioni, l’utente Y nello stesso luogo deve poter guardare una partita di calcio senza impedimenti e l’utente Z deve ricevere facilmente un messaggio di posta elettronica. Sebbene siano diversi i contenuti di comunicazioni, i servizi e i destinatari, il fornitore di internet non potrà applicare alcuna discriminazione, favorendo questo o quell’utente.

Questo accordo tutela, in maniera equilibrata gli interessi dell’industria e dei consumatori?

Le norme concordate istituiscono un diritto di tutti gli utenti finali di Internet (consumatori e imprese) per l’accesso e la distribuzione di contenuti legali, servizi e applicazioni di loro scelta. L’accordo consente la gestione efficiente della rete da parte dei fornitori di servizi Internet, che saranno soggetti a regole precise e rigorose. Ciò significa che i consumatori non avranno ostacoli per accedere a qualsiasi servizio e applicazione online, ora e in futuro, quando saranno disponibili accesso a Internet più veloce e nuove applicazioni.

Le regole permettono inoltre la continuità di accesso alla rete e l’innovazione dei servizi definendo i principi alla base del rapporto tra servizi di accesso ad Internet e servizi innovativi con requisiti di qualità specifici. Le regole assicureranno inoltre che la qualità del servizio di accesso a Internet non sarà ostacolata dalla fornitura di servizi come l’IPTV o la telemedicina, che condividono la stessa infrastruttura. Questi servizi innovativi possono essere offerti solo dove e solo se la capacità sufficiente per l’accesso a Internet rimane invariata e disponibile.

Si pagheranno servizi di priorità su Internet?

Secondo l’accordo di oggi, pagare per avere priorità in Internet sarà vietato. Sulla base di questa nuova normativa, tutti i fornitori di contenuti e di applicazioni garantiranno l’accesso a Internet agli utenti finali. Questo accesso non deve dipendere dalla volontà o da un particolare interesse commerciale dei fornitori di servizi Internet. Questi fornitori non saranno in grado di bloccare o limitare il traffico sulle loro reti o dare la priorità ad alcuni contenuti o servizi particolari in cambio del versamento di un sovrapprezzo. Allo stesso tempo, gli utenti finali e i fornitori di accesso a Internet continueranno ad essere in grado di accordarsi, stipulando contratti specifici, per avere diverse velocità di accesso e volumi di dati come fanno oggi.

Quali sono le eccezioni a Internet aperto per la gestione del traffico?

Le regole proibiranno qualsiasi blocco, limitazione, degrado o discriminazione del traffico Internet da parte dei fornitori di servizi Internet. Questo divieto generale è soggetto a un numero limitato di eccezioni chiaramente definite:

– Al fine di ottemperare alle normative dell’Unione o nazionali relative al diritto penale o alla legittimità di contenuto, o alle misure di attuazione di questa legislazione, attraverso una decisione delle autorità pubbliche o un ordine del tribunale, ad esempio se un giudice o la polizia hanno ordinato il blocco di specifici contenuti illegali;

– Per preservare la sicurezza e l’integrità della rete, ad esempio per evitare l’uso improprio di un virus di rete, malware o attacchi cybernetici ai servizi;

– Per ridurre al minimo la congestione di rete, eccezione temporanea. Ciò significa che gli operatori non possono invocare questa eccezione se la loro rete è spesso congestionata a causa di sottoinvestimento e la scarsità di capacità dell’infrastruttura

Quali sono i servizi specializzati (servizi innovativi o servizi diversi dai servizi di accesso a Internet)?

Le nuove norme comunitarie garantiscono la neutralità della rete Internet aperta e consentono la fornitura di servizi specializzati o innovativi, a condizione che essi non danneggiano l’accesso a internet.  Questi servizi sono ad esempio IPTV, videoconferenze ad alta definizione e servizi sanitari come la telechirurgia. Essi utilizzano il protocollo Internet e la stessa rete di accesso, ma richiedono un significativo miglioramento della qualità o la possibilità di garantire alcuni requisiti tecnici ai propri utenti finali che non possono essere garantiti  attraverso le migliori capacità attualmente disponibili per Internet. La possibilità di fornire servizi innovativi con una maggiore qualità del servizio è fondamentale per le start-up europee e consentirà l’innovazione online in Europa.

 Tuttavia, tali servizi non devono essere venduti come un sostituto per l’accesso Internet, possono avere un accesso privilegiato, ma solo se è dimostrata la loro necessità per l’interesse generale.

Il gruppo S&D, durante la negoziazione, ha fortemente insistito perché fosse esplicitato che tali servizi non debbano in alcun modo danneggiare la qualità di internet, per questo nella negoziazione avremmo voluto inserire il termine ottimizzazione indispensabile, il Consiglio, che inizialmente era a favore di un abbassamento della qualità di internet per favorire i servizi specializzati, ha accettato inserire il termine ottimizzazione necessaria.

Consentendo la fornitura di servizi innovativi, non stiamo promuovendo Internet a due livelli?

No. Ogni cittadini europeo deve essere in grado di avere accesso a Internet e tutti i fornitori di contenuti e di servizi dovranno essere in grado di fornire i propri servizi attraverso una rete Internet aperta di alta qualità. Ma servizi sempre più innovativi richiedono una certa qualità di trasmissione al per funzionare correttamente, come la telemedicina o guida automatica. Questi ed altri servizi che possono emergere in futuro possono essere sviluppati purché non danneggino la disponibilità e la qualità di Internet.

Pertanto, è importante avere in futuro regole ad hoc che, pur salvaguardando completamente Internet aperto, consentono agli operatori di mercato di fornire servizi con requisiti specifici di qualità. Non è una questione di corsie preferenziali e corsie lente – poiché non è consentito pagare per avere priorità, si tratta di fare in modo che si trovi risposta a tutti i bisogni, che tutte le opportunità siano raggiunte e che nessuno sia costretto a pagare per un servizio che non è necessario .

Che cosa è lo zero rating?

Lo zero rating, chiamato connettività sponsorizzata, è una pratica commerciale utilizzata da alcuni fornitori di accesso a Internet, in particolare operatori di telefonia mobile, per non contare il volume di dati di applicazioni particolari o di servizi sul totale del volume di dati mensile limitato fornito all’utente.

Il Parlamento si è espresso per vietare questa pratica, ma non è stato possibile raggiungere un accordo con le altre istituzioni, si è pertanto ritenuto opportuno stralciare l’argomento prevedendo una legislazione specifica nel prossimo futuro. Dobbiamo fare in modo che le pratiche commerciali siano a vantaggio degli utenti e non portino in pratica a situazioni in cui la scelta degli utenti finali è notevolmente ridotta. Le autorità di regolamentazione dovranno quindi monitorare e garantire il rispetto delle regole.

Esempio Zero rating: Utente X ha a disposizione 500MB al mese per la connessione dati, chi applica lo zero rating consente all’utente X di utilizzare servizi come Facebook, Twitter o Spotify senza che tale consumo intacchi i 500MB mensili.

Qual è il ruolo delle autorità nazionali di regolamentazione?

Le autorità nazionali di regolamentazione verificano e fanno rispettare le regole di Internet aperto. Tali autorità avranno il potere e l’obbligo di esaminare le pratiche di gestione del traffico dei provider di servizi Internet e l’effetto delle loro pratiche commerciali sugli utenti finali (consumatori e imprese) per i diritti di accesso e la distribuzione di contenuti, applicazioni e servizi di loro scelta. Dovranno inoltre fare in modo che la qualità del servizio di accesso a Internet rifletta i progressi della tecnologia e che sia degradato dalla discriminazione del traffico dai fornitori di servizi Internet o dalla prestazione di servizi specializzati e innovativi.

I regolatori sono altresì autorizzati a stabilire una qualità minima del servizio per i fornitori di accesso a Internet e altre misure appropriate e necessarie per garantire che tutti gli utenti finali godano di un servizio di accesso Internet aperto di buona qualità.

Cosa succede se un fornitore di servizi non rispetterà le regole Internet aperti?

Il regolamento obbligherà gli Stati membri a fissare norme relative alle sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni sulla neutralità della rete. Tali sanzioni devono essere effettive, proporzionate e dissuasive. Questo significa che i fornitori che violano le regole della net neutrality affronteranno significative sanzioni amministrative e pecuniarie.

L’accordo rispetta la legislazione sulla protezione dei dati e sulla privacy dell’UE in vigore?

La Commissione ha prestato grande attenzione alla tutela della privacy e dei dati personali. L’accordo limita esplicitamente il trattamento dei dati a quanto è necessario e proporzionato per conseguire gli obiettivi di gestione del traffico. E il trattamento di questi dati deve essere fatto nel rispetto legislazione esistente.

Perché le nuove regole sulla neutralità della rete sono tra le più avanzate del mondo?

Le norme dell’UE forniscono un quadro di riferimento completo, proteggendo gli utenti e garantendo nel contempo la flessibilità per l’innovazione.

Tali norme garantiscono che i cittadini europei abbiano accesso e siano in grado di distribuire i contenuti ei servizi on-line che vogliono senza alcuna discriminazione o interferenza (come il blocco o rallentamento) da parte dei fornitori di accesso a Internet. Queste norme sono anche molto importanti per qualsiasi azienda che voglia commercializzare i propri prodotti e servizi via Internet. Non sarà consentita la prioritarizzazione, a pagamento, di qualsiasi contenuto o servizio o categoria di contenuto. La gestione del traffico giorno per giorno dovrà essere basata sui requisiti tecnici giustificati e necessari e dovrà essere indipendente dalla provenienza o dalla destinazione del traffico. Le regole di Internet europei sono una serie completa di misure che assicurano un quadro chiaro e di principio per l’innovazione dei servizi e forti diritti per gli abbonati, che hanno diritto alla trasparenza su come ottenere la qualità di Internet che pagano e su come risolvere i loro contratti.

Inoltre, le autorità nazionali di regolamentazione avranno il potere di intervento, non solo di agire contro le pratiche di gestione del traffico distorsive, ma anche contro le pratiche commerciali che potrebbero distorcere l’esercizio del diritto degli utenti finali di accedere o distribuire contenuti e servizi.

Perché si è trovato solo oggi un accordo sulle norme sul roaming e sulla neutralità della rete? Che cosa è successo agli altri elementi della proposta iniziale della Commissione?

La Commissione europea ha presentato la sua proposta di regolamento sul mercato unico delle telecomunicazioni (‘Continente Connected’) a settembre 2013. Il Parlamento europeo ha votato in prima lettura la sua proposta di revisione nel mese di aprile 2014. Il Consiglio ha adottato un mandato per negoziare solo a marzo 2015.

A seguito dell’adozione della strategia per il Mercato Unico del Digitale da parte della Commissione il 6 maggio scorso, i capi di Stato e di governo hanno concordato il 26 giugno sulla necessità di rafforzare il mercato unico delle telecomunicazioni dell’UE, nel quadro del mercato unico digitale. Infatti questo provvedimento TSM in quanto detta le regole per le infrastrutture è propedeutico alla realizzazione del prossimo mercato unico digitale,

Dopo 18 mesi di negoziati, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno raggiunto un accordo su due questioni essenziali la fine delle tariffe di roaming e le norme in materia di neutralità della rete.

Queste misure saranno completate da una revisione ambiziosa della legislazione sulle telecomunicazioni nel 2016. Questa riforma prevede un coordinamento dello spettro a livello UE più efficace ed è volta a creare le condizioni giuste per il pieno sviluppo delle reti e dei servizi digitali.

Una rete di trasporto transeuropea

In questi giorni si sta discutendo di Europa ed europee, si sta assistendo ad attacchi più o meno strumentali, propagandistici e populisti per cercare di “accaparrarsi” più voti possibile e mandare più rappresentanti possibili nel Parlamento Europeo.

Tutti sono all’attacco dell’Euro con proposte che risultano molto fantasiose e che dimostrano quanto “ignorino” cosa prevede la nostra Carta Costituzionale sui referendum; senza contare che fino ad ora nessuno ha mai dato quanto “costerebbe” agli italiani il ritorno alla lira e la scomparsa dell’Euro, tanto più che i fautori di questa idea panzana sono anche i primi a sapere che indietro non si può tornare.

Proprio oggi mi stava venendo in mente come l’Europa è ancora lontana da una vera e propria Unione, non solo per le diffidenze degli stati, ma mi sembra anche tra i diversi settori economici, industriali ed infrastrutturali; questa riflessione nasce da quanto accadde in Europa nel 2010.

Quattro anni fa l’intera Europa rimase “isolata” in quanto lo spazio aereo degli aeroporti di Regno Unito, Irlanda, Danimarca,  Norvegia, Belgio, Francia, Germania, Svizzera, Svezia, Polonia, Estonia,  Lettonia, Rep. Ceca, Austria, Ungheria, Romania, Spagna e Italia fu chiuso a causa dell’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull; in quell’occasione gli europei che volevano rientrare nel Vecchio Continente dovevano trovare nuove vie come arrivare in Portogallo o arrivare negli aeroporti meridionali italiani. Le uniche vie di ingresso erano quindi l’estremo occidente o le frontiere a sud,  queste vie se fossero state supportate da un sistema ferroviario europeo efficiente avrebbe potuto effettivamente lo strumento ideale per superare il blocco aereo.

Quello che l’Europa deve essere, e fare, è anche quello di rendere efficiente la sua rete di trasporti, facendo in modo che le varie reti non siano solo la sommatoria di quelle nazionali, ma che diventino delle vere e proprie reti di trasporto europee.