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Caos vaccini figlio del referendum Costituzionale

In questi giorni non si parla d’altro, la questione dei vaccini sembra sia diventata un’emergenza nazionale alla stregua di un terremoto; non voglio entrare nel merito della questione, ma voglio soffermarmi solo sull’aspetto “tecnico” attuativo.

I ministeri della Salute e della Pubblica Istruzione emettono una circolare su vaccini/istruzione, ogni regione deve far rispettare questa circolare e cosa succede? Il caos più assoluto.

Ma da dove nasce il caos? Il caos nasce nei primi anni 2000 dove la riforma costituzionale dell’articolo V concede alle regioni autonomia in campo sanitario, questo alla stregua vuol dire che ogni regione è autonoma in questo ambito e che quindi ci sono ben 20 sistemi sanitari in Italia (ed è così che alcune prestazioni sono gratis in alcune regioni e altre no, da qualche parte si paga un ticket e in qualche altra regione no); questa autonomia ha fatto si che le regioni attuassero la circolare a modo proprio e che qualcuno decretasse moratorie che poi ha ritrattato.

Si poteva evitare ciò? Si poteva evitare questo ginepraio? SI, se il 4 dicembre del 2016 fosse passato il referendum costituzionale che in parte accentrava nuovamente questa autonomia le regioni avrebbero dovuto applicare una legge dello stato all’unisono e non ci sarebbe stato questo caos.

Qualcuno potrebbe gridare a “lo stato si vuole imporre ai territori” … beh ricordiamoci che la legge è passata in Parlamento dove siedono i nostri rappresentanti e chi siede li ha stretti contatti con le Regioni, senza contare che questa circolare era stata già vista dalla Conferenza Stato-Regioni.

Quindi si può dire che questo caos è figlio della mancata Riforma Istituzionale del 4 Dicembre 2016.

Non tutti coloro che fanno politica sono dei ladri

Sono giorni difficili per la politica, sono giorni difficili per chi opera onestamente per chi è in difficoltà, sono giorni difficili per la città eterna.  Non voglio entrare nel merito dell’indagine in atto a Roma perché le informazioni su cui potrei esprimermi sono quelle che posso leggere sui mezzi d’informazione, invece vorrei scrivere, ed esternare come vivo la vicenda alla luce del mio impegno politico.

Tutta questa situazione mi ha veramente colpito, mi ha colpito per un senso di delusione che ho provato nel sentire e nel leggere la vicenda, una delusione perché sembra di rivivere la situazione dei primi anni ’90, una delusione perché sembra che l’Italia sia ferma ancora a 20 anni fa.
Appena ho sentito dell’indagine, degli arresti e delle accuse, la prima domanda che mi sono fatto é stata: “ma chi me lo fa fare?“, la stessa domanda che amici e conoscenti mi fanno; una domanda che insinua una sorta di “sconfitta” del mio impegno politico in quanto sembra avvalorare la tesi che un cambiamento é utopico.
Sentire dire “che schifo, sono tutti uguali“, o ancora peggio “era meglio quando c’era Mussolini” oso dire che fa ancora più male;

  • fa male perché sempre per colpa di pochi ci rimettono in tanti,
  • fa male perché questi fatti screditano l’impegno di tante oneste persone che dedicato tempo alla politica, screditano anche il lavoro di tante persone che aiutano le persone in difficoltà o bisognose.

Quindi che fare? Abbandonare, cedere allo sconforto, fare come fanno tutti ovvero lamentarsi e basta? La mia risposta é NO,

  • non accetto di essere considerato come gli altri,
  • non accetto che di un’erba si faccia un fascio,
  • non accetto di arrendermi ed equipararmi ai pessimisti cosmici che in Italia sembrano imperversare;
  • non voglio assolutamente rientrare in quelli che si lamentano sempre e per ogni cosa;

NO, rimango al mio posto e se per colpa di pochi politici disonesti devo prendere pesci in faccia, lo faccio più che volentieri.

Tutti coloro che criticano chi fa politica, potrebbero andare sul sito del Comune di Legnano, e vedere quante riunioni i consiglieri fanno, e sono riunioni che vengono fatte per l’interesse dei cittadini, e non sicuramente di noi consiglieri; la maggior parte dei consiglieri hanno un lavoro, autonomo o dipendente che sia, e dopo 8 o 9 di ore di lavoro non tornano a casa, ma magari si fanno ancora 2 ore di commissione; invito veramente chi critica ad andare a vedere.

A rincuorarmi ulteriormente, in questa situazione di sfacelo, ci ha pensato una delle invocazioni alla preghiera dei fedeli che recitava così: “Per la società civile e per quanti sono impegnati a servizio del bene comune: ti preghiamo“, da Cattolico praticante é stato davvero confortante leggere e sentire queste parole, la Chiesa che chiede di pregare per quanti sono impegnati civilmente; é stata un’ulteriore iniezione di fiducia per andare avanti e non fermarsi.

 Sicuramente non sono tempi facili, ma abbandonare ora sarebbe solo una resa; al contrario io penso veramente che la società italiana potrà cambiare, che la politica cambierà mantenendo sempre saldi i valori scritti e ribaditi nella nostra Costituzione; se credere in ciò mi farà prendere degli insulti, ben vengano, di sicuro non mi bloccheranno.

Il Ministro Martina a Legnano

Sabato ero presente anche io alla sala Leone da Perego ad ascoltare il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, e con delega ad Expo 2015, Maurizio Martina; l’arrivo del ministro a Legnano, e nell’Alto Milanese, è stata l’occasione per illustrare le caratteristiche e le peculiarità di un territorio che è tra i pochi della Regione Lombardia ad aver creato e portato avanti una governance territoriale che ha superato i confini cittadini creando una grande “comunità” e sinergia; una collaborazione che in questi anni ha permesso di realizzare tanti progetti che hanno avuto ricadute su tutti i cittadini dell’Alto Milanese.

Partendo da questa illustrazione, al ministro è stata presentata la difficoltà che il territorio sta vivendo sotto il punto di vista del lavoro, dell’occupazione e di Expo 2015; l’ultimo punto ha evidenziato la presa di posizione di un territorio contro la decisione di Regione Lombardia di non finanziare i progetti presentati e che ha visto il coinvolgimento anche delle associazioni di categoria.

Interessante è stato sentire parlare di agricoltura specializzata anche nel nostro territorio, un territorio a vocazione industriale in cui per nessun motivi la manifattura deve lasciare il passo ad altro; un territorio che vede i sindaci più “esattori” delle tasse che non creatori di un futuro. Su questo punto il Ministro ha garantito che l’azione del Governo ha ben chiaro che i sindaci sono l’anello di congiunzione tra Roma e i territori; a conclusione del suo intervento il ministro ha sottolineato come non bisogna cadere nello sconforto e rassegnazione in questi tempi difficili perché l’Italia si potrà rialzare solo se tutti opereranno con questo intento; concetto che è stato pienamente condiviso dal sindaco Centinaio a nome di tutti i sindaci presenti all’incontro.

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Convegno ANCI, la mia prima partecipazione

Ho partecipato alla mia prima Assemblea dell’ANCI, a Milano Fiera City, era presente veramente tanta gente; è stato interessante ascoltare le tante relazioni ed interventi che si sono susseguiti nella mattinata e pomeriggio di Venerdì 7 Novembre.

L’aver partecipato mi ha permesso di vedere ed ascoltare le tante figure politiche che solitamente vedevo in televisione, confrontarsi con sindaci e amministratori locali sul futuro dell’Italia; nel pomeriggio mi sono rimaste impresse alcune parole dette da Fassino, sindaco di Torino e presidente ANCI, “Quando chiediamo a qualcuno cosa viene in mente dicendo Italia, la risposta è “il Bel Paese”, si il nostro è un nostro bel paese; ma per me la cosa bella è sentire dire che l’Italia è un grande paese“.

E’ stato molto interessante ascoltare non solo le preoccupazioni, ma anche le vie d’uscita da questa crisi, bello è stato prendere coscienza che ci sono veramente tante persone che si impegnano in politica; che si impegnano in un momento difficile come questo, in un momento in cui chi fa politica è visto come un marziano o come qualcuno che lo fa per interessi personali.

Per me, tutti coloro che ce l’hanno a morte con la politica, avrebbe dovuto partecipare e vedere quante persone riempivano  la sala plenaria.

Convegno ANCI Milano