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Discorso a nome del gruppo consigliare in occasione della visita del Prefetto

Ecco il discorso che ho letto questa sera in consiglio comunale durante la visita del Prefetto di Milano  Francesco Paolo Tronca a nome gruppo consigliare.

Sig. Prefetto
è un piacere avere nel nostro Comune, nella nostra aula consigliare, il più alto rappresentante locale dello Stato e del Governo.
Tutti si ricordano di Legnano per la nostra famosa battaglia, nei nostri territori hanno combattuto i cittadini facenti parte della Lega Lombarda, associazione armata di liberi comuni avallata da Papa Alessandro III e quindi possiamo dire che questo fatto d’arme ha fatto nascere questo legame tra la nostra città e la capitale.

Legame che è proseguito nei secoli seguenti, da Legnano partirono alcuni patrioti che combatterono per l’Unità d’Italia, a Legnano passò anche il gen. Giuseppe Garibaldi.

Questi episodi hanno scolpito e fatto maturare una relazione speciale tra Legnano e Roma, relazione che è scolpita anche sui muri esterni del comune e che recita:

 “Solenne affermazione
della propria fede
nella patria libera e grande
con Roma Capitale Intangibile
I legnanesi
nel XXV anniversario di completamento
dell’Unità Nazionale.”

La città, e i Legnanesi, ultimamente sta vivendo una grave crisi economica-industriale-lavorativa-sociale che non si vedeva da anni, una crisi che sta mettendo a dura prova dinamiche certe e sicure; una crisi che ha coinvolto molti lavoratori, molte famiglie e molte imprese, non ultima la Franco Tosi. Una crisi che ha fatto crescere il bisogno di servizi da parte dei nostri concittadini in difficoltà, un aumento di servizi che l’amministrazione comunale ha cercato di evadere incrementando i vari fondi messi a disposizione per alleviare le problematiche di vita quotidiana delle persone.

Le preoccupazioni e le difficoltà che la crisi economica ha generato in questi ultimi anni, ha fatto aumentare la percezione di insicurezza e di atti contro la persona e la proprietà privata superiore che negli anni passati; una percezione, o realtà, che spesso e volentieri fanno si che i cittadini cerchino nel Sindaco e negli amministratori locali, una soluzione anche in tema di sicurezza.

L’amministrazione comunale è la struttura statale più vicina al cittadino, è il primo avamposto democratico della nostra Repubblica Italiana, è retto da cittadini che hanno scelto di prendersi delle responsabilità in più candidandosi a Sindaco, a Consigliere o accettando una nomina ad Assessore; chi si assume le responsabilità siamo noi, qui presenti, che ci mettiamo la faccia e che per strada veniamo fermati per avere qualche informazione o che sui social network si prende degli insulti; se siamo il primo avamposto democratico è bene che lo Stato possa mettere in condizione il Comune affinchè vi sia sempre un maggior coordinamento con tutte le forze dell’ordine del territorio per un maggior contrasto alla piccola e grande criminalità e un maggior presidio del territorio, che lo Stato faccia in modo che il Comune non sia più visto prioritariamente come un esattore delle tasse, ma che sia sempre al servizio dei cittadini senza preoccuparsi prioritariamente di far quadrare il patto di stabilità.

La buona politica porta risultati concreti

Ecco il comunicato stampa che abbiamo appena inviato agli organi stampa



Che cosa sta succedendo a Legnano? Mese dopo mese, a Legnano la Politica sta producendo risultati concreti e utili alla Città. E’ una cosa casuale? Un’anomalia? Un colpo di fortuna? 

Per i detrattori in servizio permanente sicuramente sì, ma per noi che abbiamo sempre creduto nella politica buona, del dialogo, costruttiva e finalizzata ai bisogni della gente, per noi non è così: a Legnano sta accadendo quello che Insieme per Legnano ha sempre desiderato e provato a realizzare lavorando duramente. E quindi, che succede a Legnano?

Succede ad esempio che il comune stanzi soldi (voucher lavoro) per i disoccupati. 100 mila euro utilizzati nel 2014 per sostenere 76 disoccupati dai 19 ai 64 anni d’età. Vista la bontà dell’iniziativa la Giunta ha già stanziato una cifra maggiore – 150 mila euro – per il 2015. Soldi che aiutano i disoccupati a portare a casa un po’ di denaro prestando la loro manodopera per opere utili alla comunità (imbiancando i muri di alcune scuole, ad esempio). Compenso economico, coinvolgimento nella Società e risultati tangibili. Questa è la politica del sostegno, che non significa però assistenzialismo puro.

E succede anche che facendo fronte alla cronica (purtroppo) mancanza di finanziamento da enti superiori, si creino progetti a costo nullo per il comune come quello che sta portando ad un abbellimento della stazione: bagni pubblici riaperti dopo anni e anni, recupero dell’ex deposito biciclette, pulizia del sottopassaggio in preparazione alla realizzazione di un’opera di street art, e prossimamente riverniciatura della facciata della stazione. Il tutto grazie alla collaborazione voluta dal Comune con RFI e alla disponibilità dei lavoratori in cassa integrazione di Franco Tosi. Questa è la politica dei progetti fatti con cervello, inventiva e spirito di iniziativa, doti ancor più necessarie quando i soldi non ci sono.

E succede pure che i cittadini vengano concretamente coinvolti nelle decisioni della macchina comunale: a questo serve il potenziamento delle tre consulte territoriali, il continuo dialogo con le associazioni, la realizzazione di Legnano Ideale ovvero il Bilancio partecipativo (oltre 150 i progetti proposti dai cittadini ora da valutare). Questa è la politica delle relazioni, della partecipazione e della vicinanza tra cittadini ed istituzioni.

E succede poi che il Comune e AMGA si stiano attivando per l’iniziativa “Legnano Pulita”: un progetto pronto a partire e volto a contrastare l’inciviltà di quei concittadini che non vogliono rispettare il regolamento della raccolta dei rifiuti e trattano alcune zone della città come una discarica. I legnanesi vogliono una città bella, e l’amministrazione vuole rispettare questo desiderio dei cittadini. Questa è la politica dell’attenzione al decoro cittadino e all’ambiente.

E succede ancora che il consiglio comunale trovi una posizione unitaria di tutto l’arco politico su Accam(spegnimento dell’inceneritore, realizzazione “fabbrica dei materiali”) mettendo da parte preconcetti e analizzando il problema nei fatti e prendendosi la responsabilità di una scelta strategica a lungo termine. Ed è giusto dirlo: noi inizialmente non eravamo completamente su questa linea, ma il confronto ci ha portati a condividere la scelta votando decisi SI in consiglio comunale. Questa è la politica del confronto costruttivo e la politica della visione d’insieme.

Diranno alcuni: ci sono cose che non vanno! Ce ne rendiamo conto, ma visti i risultati già ottenuti siamo fiduciosi: c’è ancora del lavoro da fare, ma siamo solo a metà mandato. E di certo alcuni problemi consistenti si potranno risolvere continuando a lavorare con impegno e determinazione.

Intanto però siamo orgogliosi di vedere che, anche grazie alle nostre intuizioni, a Legnano la Politica si fa seriamente, la Politica funziona e i risultati arrivano.

Dichiarazione di voto di Insieme per Legnano su ACCAM

Ecco la dichiarazione di voto letta a nome del gruppo consigliare di Insieme per Legnano al termine della discussione dell’atto d’indirizzo su ACCAM.

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Mi permetto di iniziare questo mio intervento facendo i complimenti a tutti noi, complimenti per la stesura di questo atto d’indirizzo condiviso. Un ringraziamento che non va a noi persone come singoli consiglieri, assessori o sindaco, ma un ringraziamento per aver dimostrato ai gufi, ai disfattisti, ai qualunquisti che la Politica con la “P” maiuscola c’è ed è viva.

Una politica che ha permesso di arrivare ad un alto compromesso tra tutte le forze politiche di questo Consiglio Comunale per preparare questo atto di indirizzo, ribadisco un “compromesso” non un inciucio tra maggioranza e opposizione.

L’atto di indirizzo è frutto di un’articolata discussione iniziata molto tempo fa, una discussione che poteva essere ridotta ad una banalissima contrapposizione “Inceneritore si, inceneritore no”; una contrapposizione che non avrebbe portato a nulla, una contrapposizione evitata grazie all’opera di questa amministrazione comunale che ha suggerito di creare un gruppo di lavoro in grado di aiutarci ad avere un quadro più chiaro, e meno nebuloso della situazione.

Questo atto di indirizzo stravolge e sconvolge la gestione dei rifiuti di una vasta area che interessa l’Alto Milanese e il Basso Varesotto, un atto che potremmo dire fa cambiare ACCAM da una versione 1.0 ad una 2.0, o ancora meglio che costringe i Comuni a pensare in modo diverso alla questione dei rifiuti.

In questo atto si auspica la creazione della Fabbrica dei Materiali dopo un’attenta verifica tecnico-economico-finanziaria-ambientale, noi auspichiamo che questa nuova realtà possa prendere forma, e possa diventare punto di riferimento a livello regionale, e perché no nazionale, di una nuova gestione dei rifiuti; e quindi rimarremo in trepidante attesa del relativo business plan per poterne vedere la fattiva realizzazione.

Altro punto molto interessante di questo atto è quello di riconoscere ad AMGA un ruolo centrale per cercare l’integrazione con tutte le realtà che operano sul territorio in tema di raccolta rifiuti, un’integrazione che permetterà di avere un sistema uniforme sull’area Alto Milanese – Basso Varesotto e che permetterà una maggiore gestione dei rifiuti.

Questo atto di indirizzo è stato frutto di articolate discussione anche all’interno di questa maggioranza, qualcuno forse ha scambiato le sane discussioni come scricchioli o malesseri più grandi, questo non è stato; ci sono state posizioni differenti, e come Insieme per Legnano saremmo stati favorevoli al famoso scenario “A” menzionato nell’atto, ma successivamente con le dovute argomentazioni, le dovute informazioni e il mutamento delle condizioni esterne, abbiamo convenuto che la Fabbrica dei Materiali e l’impianto FORSU potevano comunque rappresentare una valida alternativa, previa verifica economico-finanziaria-ambientale.

Dopo il contributo pervenuto dalle opposizione, possiamo dire che questo atto non può che essere condiviso completamente.

Il mio discorso sul TTIP – Transatlantic Trade and Investment Partnership

Ecco il discorso che ho tenuto il 6 Novembre 2014 in consiglio comunale a nome della maggioranza sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).

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Il mio intervento sarà a nome dell’intera maggioranza.
Ringrazio il consigliere Marazzini per la mozione che ha proposto, lo ringrazio perché ha portato un po’ di Europa anche nel nostro consiglio comunale e per aver acceso i riflettori su un argomento di cui fino a poco tempo fa quasi nessuno parlava.

Per la discussione di stasera abbiamo voluto informarci attraverso canali ufficiali e tralasciando vari siti che si schierano pro o contro. in particolare abbiamo contattato chi in Europa rappresenta l’Italia cioè parlamentari europei, e alcuni professionisti che lavorano nelle sedi europee.

Interessante è stato scoprire che il principale motivo di critica mosso contro il TTIP – la segretezza del negoziato – è caduto proprio recentemente: l’argomento non è più secretato dal 9 ottobre 2014 grazie all’interessamento e alle pressioni proprio del Governo Italiano durante il suo periodo di Presidenza dell’Unione, è stata questa desecretazione che ha permesso la presa di coscienza di questi negoziati iniziati nel 2013.

Il trattato in discussione ha come obiettivo quello di “armonizzazione” quelle barriere non tariffarie che rendono difficoltosi o più costosi gli scambi commerciali tra le due sponde dell’Atlantico

Un esempio di tali barriere non tariffarie sono i crashtest che le autovetture USA devono superare per essere commercializzate in Europa, e viceversa, perché ci sono metodologie diverse per giungere a risultati di sicurezza uguali che comunque devono essere rispettati; questo vuol dire che le autovetture quando sbarcano in Europa devono essere, diciamo così, “riomologate” seguendo la metodologia europea di test per raggiungere lo stesso risultato di sicurezza che hanno raggiunto negli USA con un aggravio di costo per l’acquirente finale.

E di fronte a un esempio del genere tutti potremmo schierarci a favore del superamento delle barriere, la questione si fa più delicata quando si toccano altri temi. Per esempio, tra le barriere non tariffarie rientrano anche tutte quelle restrizioni vigenti in ambito agroalimentare che garantiscono una protezione geografica dei prodotti; il negoziato, quindi, suscita il timore che non si riesca a far accettare agli Stati Uniti d’America il riconoscimento della maggior parte dei prodotti che in Europa hanno la Denominazione di Origine Protetta.

Bisogna invece dire chiaramente che non rientrano nel negoziato in corso altre barriere non tariffarie sulle quali siamo molto sensibili, quali: OGM, le misure a sostegno dei beni culturali, i diritti dei lavoratori e la gestione dei beni pubblici, come invece affermato anche da autorevoli esponenti della società civile che si sono schierati contro il TTIP.

Altro punto controverso è il cosiddetto ISDS (Investitor-State Dispute Settlement), una sorta di tribunale privato che avrebbe impatti importanti nel caso nascessero delle controversie tra uno stato e un privato che adducesse un danno economico per il mancato riconoscimento di un diritto sancito dal Trattato.

A fronte di queste ambivalenze, uno studio commissionato dall’UE a un importante istituto di ricerca Inglese dimostra come sia l’economia europea ad avere i maggiori vantaggi, e come l’Italia sarebbe tra  gli Stati Membri più beneficiati dal TTIP, in quanto vedrebbe abbattute le barriere di propri prodotti realizzati da una miriade di nostre piccole e medie imprese che oggi non hanno struttura e mezzi adeguati per affrontare le barriere non tariffarie che il trattato farebbe invece cadere.

Come detto precedentemente, le linee guida di questi  negoziati sono diventate pubbliche da pochi giorni, e la stessa Unione Europea ha lanciato un sito in cui tutti i cittadini europei possono esprimere giudizi e suggerimenti. Dai negoziati deriverà un trattato che dovrà essere approvato dal Parlamento Europeo.

Pensiamo quindi che esprimere una presa di posizione netta ora sia affrettato, poiché troppi elementi sono ancora in divenire, come dimostra il fatto che vari contenuti dei negoziati stanno emergendo proprio in queste settimane e che, quindi, potremo formarci un’idea più chiara sul TTIP a breve; quello che sicuramente si può chiedere a chi ci rappresenta in Europa è che si impegni affinché le prerogative e le eccellenze italiane vengano tutelate. In tal senso ciascuno di noi può muoversi presso i parlamentari europei che più rappresentano la propria sensibilità.

Inoltre, visto che tutto dovrà essere votato dal Parlamento, e se approvato dovrà essere recepito da ogni stato dell’Unione Europea, chiedere un ritiro dalla fase di negoziazione non solo risulterà un errore politico, ma farà si che saranno altri stati a decidere anche per l’Italia.

Per questo gli impegni proposti dalla mozione non sono per noi recepibile e quindi il voto della maggioranza non potrà che essere contrario.

Link approfondimento:

Directives for the negotiation on the Transatlantic Trade and Investment Partnership between the European Union and the United States of America
http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-11103-2013-DCL-1/en/pdf

Council press release:
http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/145014.pdf

Qui sulla pagina del mediatore europeo, dove è stata anche aperta una consultazione pubblica:
http://www.ombudsman.europa.eu/en/press/release.faces/en/58057/html.bookmark