Ci stiamo avvicinando a passi sempre più spediti alle prossime elezioni politiche, il clima post vacanziero si sta rivelando molto acceso, sui giornali, in radio, piuttosto che in tv o internet si continua a leggere e sentire di insulti che alcuni rappresentanti politici, o sedicenti tali, continuano a lanciarsi.
In questi primi giorni di ripresa delle attività dopo le vacanze, per chi le ha fatte, la cosa sconvolgente a cui si sta assistendo, è vedere un certo imbarbarimento dei toni di scontro, perché non si può definire confronto, che i nostri politici si scambiano vicendevolmente; come è assurdo vedere, e capire, che alcune posizioni politiche prese sono (prevalentemente) in vista di propri tornaconti a fini elettorali per prendere più voti dell’avversario.
In questi giorni si assiste a un muro contro muro per cui una cosa o è bianca o è nera, i colori di mezzo non ci sono, sei con me o sei contro di me … oppure si sente dire da tutti, in tema di legge elettorale, che questa legge va cambiata … ma scusate 6 anni fa chi votò questo sistema? gli stessi che ora dicono di cambiarla? Mi sembra un po’ una presa in giro dell’intelligenza umana e del rispetto dei cittadini, prima ancora che degli elettori.
Ultimamente sempre più spesso, e se né avuta la prova, i cittadini hanno una certa disaffezione dei partiti politici, ma i vari Bersani, Alfano, Casini, Grillo, Di Pietro e Vendola possono spiegare come sono convinti di superare l’alto astensionismo delle ultime amministrative se ognuno parla e litiga di problemi che all’italiano medio non interessa?
Io ho passato le vacanze in Puglia, provincia di Taranto perché ho parenti, a ogni crocicchio, in ogni discorso sentivi parlare di ILVA sia sotto l’aspetto ambientale che lavorativo; in Sardegna i minatori chiedono solo certezza per il futuro, le aziende italiane chiedono di superare questa crisi (principalmente di liquidità), le famiglie chiedono aiuto per i propri figli … la risposta semplice e politica sarebbe “è colpa di Tizio, Caio e Sempronio” … credo che non sia importante, in questa fase, capire chi ha sbagliato; credo sia importante capire quali siano le soluzioni che si propongono. Solo facendosi carico delle problematiche degli Italiani i partiti avranno in se la società civile, solo aprendosi ai VERI problemi gli Italiani potranno ritrovare fiducia nei partiti e nella Politica.
Per fare questo, però la Politica deve essere veramente: concreta e non facili slogan, trasparente e non rinchiusa nelle stanze, partecipata e non solo subita; se la Politica dovesse essere questo, allora tante persone, tanti giovani si potrebbero avvicinare alla Politica con una propria etica e bagaglio culturale che superino le ideologie che comunque sono ancora presenti nel sistema Politico Italiano
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Vacanze finite
Ormai le vacanze sono finite, si ritorna alla vita di tutti i giorni con gli impegni lavorativi e non, che scadenzano le ore e i giorni della settimana.
Quando si rinizia c’è sempre quella nostalgia che ti fa dire “le vacanze sono già finite, sono volate. Le aspetti da tanto, e poi in un batter di ciglia spariscono”, la voglia di “restare” sempre in vacanza è alta, ma subito l’altro ragionamento che prevale è “se la vacanza diventa quotidianità, che gusto ci sarebbe ad aspettarla?”. I giorni di ferie appena concluse mi hanno permesso di “rigenerarmi” molto di più rispetto all’anno scorso, il lavoro l’ho iniziato con più grinta e voglia di fare rispetto a quello che avevo ipotizzato; gli impegni veri e propri inizieranno solo sul finire della settimana e le attività con gli amici vedranno un weekend “intenso”.
Come scritto queste vacanze mi hanno messo a confronto con i problemi dell’ILVA, e da un certo punto di vista spero che questa cosa mi permetta di affrontare le eventuali problematiche che si potrebbero affacciare anche nell’azione amministrativa a Legnano, non soffermarsi solo a vedere la superficie del problema, ma approfondirlo per trovare soluzioni nuove ed innovative.
Soluzioni e non slogan
In questi giorni sono in vacanza in Puglia, a Grottaglie, e la vicenda ILVA ovviamente sta tenendo banco anche dove mi trovo, tant’è che Grottaglie si trova a soli 25 Km da Taranto e che le strutture industriali dell’ILVA si vedono quasi indistintamente stagliarsi all’orizzonte.
Passeggiando per la città, e uscendo con cugini e amici, assisto a discussioni sul futuro industriale della più grande azienda siderurgica d’Europa, immancabilmente le posizioni che si riscontrano sono quelli a pro o contro la chiusura, ognuno con argomentazioni più che condivisibili, perché spesso non ci si ferma alla solita discussione da bar, ma ci si addentra in discorsi più profondi.
Quale sia la soluzione migliore francamente non la saprei dare, ma sicuramente non può passare dal prendere una decisione drastica sia in un senso che in un’altra; per cercare di capirci qualcosa mi rifaccio alla nostra costituzione;
“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”, il primo articolo della nostra costituzione afferma in modo eloquente su cosa si basa il nostro vivere civile quali cittadini italiani; questa affermazione in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo sembra più che mai attuale, ma questo cosa vuol dire a riguardo di ILVA? Che il lavoro va mantenuto a tutti i costi quel che costi?
L’articolo 117 recita: “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:
…
…
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s) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.” Quindi a questo punto, stante questo articolo lo stabilimenti di Taranto dovrebbe essere chiuso per gravi dissesti al sistema ambientale, ma la cosa più importante è che un altro articolo, e precisamente il 32, recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”; a questo punto ed in modo più che esaustivo sembra che ILVA debba essere chiusa in quanto in questi anni, dalla sua apertura ad oggi, le conseguenze sulla salute di chi ci abita vicino siano state molto negative.
La soluzione della chiusura, però, mette di fronte al fatto che gli attuali lavoratori dovranno essere reinseriti in altre attività, dietro a questi lavoratori esistono famiglie e anche sogni di chi, lavorando all’ILVA si vedeva un sicuro certo; probabilmente tra queste famiglie di lavoratori ci saranno anche persone che nella propria famiglia ha dovuto affrontare seri problemi di salute legati all’attività industriale di ILVA.
Con queste brevi riflessioni, posso sostanzialmente dire che una decisione rigida del “aperto” o “chiuso” non ha senso, come non ha senso dividersi a favore o contro i magistrati o i proprietari dell’azienda; ha senso tentare di trovare in modo unitario una soluzione che possa tener conto di tutte le problematiche aperte con ILVA; è vero che vivendo a Legnano non sono al corrente di tutta la questione e quindi mi rendo conto di aver potuto scrivere delle inesattezze.
Le proprie radici
Quest’anno sto passando le vacanze estive a Grottaglie, paese natale di mio papà e cittadina dove vivono tutti i miei zii e cugini paterni.
Interessante è stato scoprire alcune cose che non sapevo della città che frequento ormai da più di trent’anni, visite che cerco di mantenere costanti in questi anni non solo per ritrovare i parenti, ma anche per mantener ei contatti con le mie radici Pugliesi.
Interessante è stato scoprire che Grottaglie nacque praticamente da civiltà che si stanziarono in alcune gravine della zona, gravine che si possono vedere tutt’ora e che sono formate dalle grotte che le civiltà occuparono già dal paleolitico.
Questa storia non la sapevo, e mi ha particolarmente colpito tantè vero che sono andato a vedere questi posti, a vedere la culla che ha visto nascere Grottaglie e quindi a scoprire ancora di più le mie origini; da questi spunti sono andato a leggermi in internet (utilizzando alcune fonti) la nascita di Grottaglie, ho potuto così scoprire e legegre i momenti fiorenti e decadenti della città, una dei principali centri della provincia di Taranto.
Con ogni probabilità avere origini Pugliesi e Lombarde, ed essendo nato a Legnano mi fa veramente dire, pensare e sostenere che quanto qualcuno apvenat come una divisione dell’Italia sia la cosa più insensata e stupida che qualcuno possa pensare, dire e sostenere.
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