Ecco il testo del comunicato a seguito della firma al documento del Comune di Legnano per portare a casa i due marò. Interessante vedere come l’iniziativa abbia superato l’Alto Milanese.
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L’Altomilanese chiede con forza il ritorno dall’India dei due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone da due anni ingiustamente bloccati in quel Paese in attesa di conoscere il loro destino.
Questa mattina, nella Sala Stemmi di Palazzo Malinverni, 18 tra sindaci o loro delegati di altrettanti Comuni della zona hanno sottoscritto un documento proposto dall’Amministrazione comunale di Legnano.
Hanno partecipato rappresentanti delle seguenti località: Arconate, Buscate, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Castano Primo, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Nerviano, Nosate, Parabiago, Pogliano Milanese, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Turbigo, Villa Cortese. Era idealmente presente anche il sindaco di Pergola (Pesaro Urbino), Francesco Baldelli, che ha chiesto di poter sottoscrivere il documento avendo saputo dalla stampa dell’iniziativa.
Il sindaco di Legnano Alberto Centinaio, nel ringraziare i colleghi presenti per aver aderito all’appello, ha sottolineato che la cerimonia di oggi assume un significato che va ben oltre le motivazioni ufficiali, in quanto è la dimostrazione che è possibile superare le divisioni politiche e ideologiche per riaffermare l’importanza di valori e ideali che stanno alla base della nostra convivenza civile. «Apparteniamo a maggioranze di colore politico differenti – ha sottolineato -, eppure con la nostra presenza stiamo dimostrando che è possibile lavorare insieme per il bene delle nostre comunità e della nostra nazione».
Alla cerimonia era presente anche una rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Armi, tra cui il Generale di Divisione della Riserva Bruno Tosetti, decorato con medaglia al valor militare e primo comandante della missione militare italiana in Libano.
Il testo è stato firmato da tutti i sindaci e sarà ora inviato alla massime autorità italiane, ai ministri della Difesa e degli Esteri, all’Ambasciata indiana di Roma e al Consolato milanese.