Il Partito Democratico che vorrei, la Politica che auspicherei

So che quanto sto per scrivere potrebbe sollevare critiche, e so anche che probabilmente qualcuno mi dirà che non capisco niente e che forse mi attirerò le invettive più forte di questo mondo, ma siccome questo è il mio sito, e siccome la Costituzione Italiana garantisce la libertà mi permetto di scrivere quanto verrà dopo.

Innanzitutto mi meraviglio positivamente di quante persone collegate al Partito Democratico (candidati, onorevoli, associazioni) stiano seguendo il mio profilo twitter; la cosa che mi lascia di stucco è che non mi sembra di scrivere cose strane o eccezionali.

Prendo spunto da questo interessamento per esprimere delle critiche, costruttive, al Partito Democratico in quanto organizzazione politica; innanzitutto reputo che questo partito a livello nazionale rappresenti un modello, sia nei suoi punti di forza, che di debolezza; la nascita del partito è stata qualcosa che affonda le sue radici almeno nel 1996 quando con l’Ulivo si cercò di creare una forza politica di centro sinistra che perdesse le vocazioni tradizionali della storia dei partiti italiani, un partito che metteva assieme le varie diversità per potersi rendere un interlocutore privilegiato per tutti gli italiani; un partito che andasse oltre i soliti “preconcetti” di sinistra, centro e destra.

Mi ricordo che quando nacque il Partito Democratico nel 2007 fu presente il Presidente dei Democratici Americani, la presenza forse fu voluta per far vedere che anche in Italia stava nascendo un Partito Democratico, un partito che vedeva confluire i Democratici di Sinistra e Democrazia e Libertà; subito si parlò di “fusione fredda”, una fusione che avrebbe provocato più problemi che altro; una fusione che però ha visto protagonisti partiti che erano diametralmente all’opposto fino a pochi anni prima, un partito di chiara estrazione comunista e l’altro di ispirazione cattolica. Questa fusione doveva dimostrare che la diversità aiuta a crescere e maturare, non il suo contrario.

Il Partito Democratico è stato il primo partito ha indire delle primarie di coalizione per scegliere quale fosse il candidato migliore ad interpretare un programma comune, quindi partendo da un programma in cui determinati partiti si riconoscevano si è scelto colui che sarebbe potuto diventare l’eventuale Presidente del Consiglio. Idea bella bellissima che ha mostrato una fragilità … si candidarono praticamente tutti i presidenti e segretari dei partiti della coalizione; quanto quelle primarie non servirono altro che far vedere quale fossero i pesi delle forze politiche? Questo è stato dimostrato pochi mesi dopo quando alcuni di quegli stessi partiti fecero cadere il Governo Prodi.

Nel 2012 vi furono, per la prima volta, le primarie per designare chi del Partito Democratico dovesse diventare il candidato a diventare il futuro Presidente del Consiglio; da statuto il segretario sarebbe stato il candidato anche della coalizione. Si decise di fare le primarie a cui parteciparono in 5, delle primarie che potevano essere positive (non per il risultato ottenuto) se il Partito avesse messo a disposizione di tutti gli sfidanti la stessa struttura ed opportunità, e che i personaggi più rappresentativi non avessero preso una posizione a favore di uno o dell’altro candidato; in poche parole mi sarei aspettato una certa “neutralità” sia del Partito che delle persone. Come detto il Partito ha solo 6 anni, sta cambiando e maturando, però è anche vero che deve comunque smarcarsi su atteggiamenti che forse sono retaggio del passato.

Uno di questi atteggiamenti è quello di far pensare che il Partito Democratico difenda i “lavoratori” e basta, un partito che vuole essere interlocutore per tutti, deve parlare a tutti non in modo privilegiato con qualcuno, deve parlare di cose concrete senza demonizzare nessuno; un Partito che guarda si al bene del paese, ma che deve essere comunque in grado di far vedere le proprie peculiarità e differenze in modo tale che non si possa dire “sono tutti uguali“.

Non posso non scrivere che alcune scelte non le condivido minimamente, come quella della sospensione dei lavori per un giorno delle attività parlamentari perché richiesto dal PdL, questa cosa non la capisco … non mi pare ci fosse un’emergenza nazionale per sospendere i lavori di chi invece deve lavorare per l’Italia.

Ultimo pensiero, questo più generale, quando tutti gli organi deputati al rispetto della vita democratica dell’Italia cominceranno ad operare nel proprio ambito, allora si che l’Italia sarà un paese avanzato; quando tutti avranno rispetto del lavoro e del ruolo degli altri allora la democrazia ne guadagnerà, e ne guadagneranno anche gli italiani.

Quando i sindacati, Confindustria, le associazioni di categoria aiuteranno il Governo ed il Parlamento ad operare per l’interesse comune, allora si che l’Italia sarà ancora una volta una potenza economica; quando invece chi invece di aiutare vuole dettare le linee, ai singoli partiti, forse la democrazia un po’ ne risente.

Spero che il Partito Democratico, verso cui provo interesse, possa cambiare e diventare veramente quella forza riformista per l’Italia; questo:

  • è il sogno di 37enne che a Legnano guida una lista civica, Insieme per Legnano,  che per la prima volta governa la città assieme a partiti tradizionali e ad un’altra lista,
  • è il sogno di chi ha visto che con un programma serio, con un candidato rispettato da tutti, con un coinvolgimento di persone che si sentono lontane della politica, si può governare facendo cadere anche vecchi stereotipi che ci caratterizzano da più di vent’anni.

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