Stanno giungendo ormai alla fine i sei mesi di Expo 2015, sei mesi che sono effettivamente volati, sembrava ieri quando i fornelli sia aprivano all’Esposizione Universale di Milano, sembrava ieri quando per la prima volta si capiva veramente cosa fosse l’Albero della Vita … sono passati 6 mesi in cui l’Italia, e Milano, sono stati il centro del mondo, un crocevia di persone comuni e capi di stato e di governo che si sono recati nel nostro paese; parafrasando una frase vecchia di millenni “tutte le strade portano a Roma” si può dire che nel 2015 tutte le strade hanno portato a Milano.
A Expo mi sono recato ben 7 volte, 3 di giorni e 4 di sera, ogni volta sera una novità ogni volta mi accorgevo di dettagli che mi ero perso le volte prima; più passava il tempo e più mi sembrava di essere a casa.
Bellissimo è stato vedere il crogiolo di persone che attraversavano il Decumano, giovani, anziani, famiglie e scolaresche; un insieme di persone che era li solo per uno scopo, vedere Expo e capire cosa fosse il tema dell’Esposizione Universale. Ora che la manifestazione si appresta a chiudere i battenti, ora che si appresterà a smantellare tutto, mi viene un po’ di emozione e nostalgia per una cosa che è stata e che mai più sarà.
Delle tante cose che ho visto, una cosa porto a casa, la convivenza civile di milioni di persone che sono andare a Rho e allo stesso tempo la convivenza di stati nazionali che nella geopolitica internazionale non hanno buoni rapporti, basti pensare a Israele e i paesi arabi, piuttosto che alla vicinanza di Usa, Russia ed Estonia … Expo 2015 per me è stata la fratellanza di tanti popoli e quindi riconoscerci facenti parte della grande famiglia umana.
Per finire, ecco una serie di fotografie di alcuni dei padiglioni che ho visitato.
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