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Anche la nostra politica è buona

Usa e ItaliaHo aspettato 3 settimane prima di scrivere qualcosa sulle elezioni Americane, o meglio per scrivere alcuni spunti di riflessione.

La prima cosa che mi ha colpito è stata l’enfasi data dagli organi di comunicazione inerente al fatto che il candidato sconfitto, Romney, avesse telefonato ad Obama congratulandosi per la vittoria, come anche il fatto che lo sconfitto abbia “pregato” affinché il neo Presidente possa governare per il meglio gli Stati Uniti e per gli americani. Questi atteggiamenti  li reputo più che normali, e che dovrebbero far parte delle regole non scritte di chi fa “politica”, sono cose che per me rientrano in un’etica e regole di comportamento basilari.

Invece no, per noi sono cose strane; tutti hanno subito rimpianto che queste cose in Italia non succedono, anche lo stesso Presidente della Repubblica ha auspicato che il mondo politico Italiano possa imparare qualcosa, e aggiungo spero che si rispetti sempre l’altro come si conviene ad una società civile.

Però con l’auspicare un certo fair play si pensa che il malcostume dei nostri politici, che vengono messi sotto i riflettori dai mass media, non esista in Italia; io sono convinto che non sia così, in Italia ci sono tante persone impegnate in politica, che non finiscono sotto i riflettori, che si impegnano per i propri cittadini rispettando sempre l’altro, chissà quanti amministratori comunali si sentono sminuiti dai propri “colleghi” più conosciuti.

Altra cosa che mi ha fatto riflettere è stata questa sorta di “preghiera” per Obama; se fosse successo in Italia, o si fosse soltanto nominato Dio, da noi qualcuno avrebbe aperto i cieli gridando allo “scandalo” in quanto lo stato è laico … a volte dobbiamo veramente crescere.

Simpatie politiche estere

In questi mesi abbiamo assistito ad un crescendo mediatico delle elezioni Americane; a inizio anno si sentiva parlare di primarie Repubblicane, da Maggio abbiamo assistito ad un crescendo di informazioni sia sul Presidente uscente il Democratico Obama, sia su quello che è il suo contendente, il Repubblicano Romney.

Ultimamente ha fatto quasi sorridere che l’Italia, e la sua principale azienda automobilistica, siano stati menzionati per attaccare o a sostenere le proprie tesi; come spesso avviene anche in Italia ci si appassiona alle elezioni americane e che si provi simpatia per uno o per l’altro candidato.

Io non ho alcun problema a dire che simpatizzo per il presidente uscente, forse perchè il partito Democratico Americano lo ricordo per il Presidente Clinton e perchè i due presidenti Bush non mi sono mai stati simpatici, non ho problema a dire che se fossi stato americano avrei dato la preferenza ai Democratici, mi auguro che il Presidente Obama possa essere confermato per altri 4 anni.

Cultura, confronto, partecipazione alla polis. Ecco cosa mi ha lasciato la scuola di Rho

Piazza San magno, LegnanoEcco l’intervista che ho rilasciato a Gianni Borsa per il bimestrale “Polis Legnano“.

Eligio Bonfrate, socio di Polis, ha frequentato i corsi della scuola diocesana. Racconta di una esperienza positiva, che lo ha sostenuto nell’assumere il successivo impegno diretto nella lista Insieme per Legnano. «Anche noi stiamo pensando di avviare qualche proposta rivolta ai giovani»

Legnanese doc, ragioniere programmatore, 35 anni. Alle spalle l’impegno in parrocchia (Santissimo Redentore), il servizio civile, la partecipazione, dieci anni or sono, alla fondazione dell’associazione Alto Milanese in rete, con relativo sito. Quindi la presenza nella Consulta territoriale 3 Oltre Sempione, l’iscrizione a Polis e, nel 2007, l’impegno politico con la candidatura a consigliere comunale nella lista Insieme per Legnano. Eligio Bonfrate oggi è presidente di Insieme per Legnano, essendo succeduto al fondatore Franco Crespi, sindaco fra gli anni ’70 e ’80, poi candidato sindaco di IpL cinque anni fa, con un ottimo risultato. Oggi la lista civica fa parte della maggioranza che ha portato Alberto Centinaio sulla poltrona di sindaco.

Bonfrate ricorda per Polis Legnano la sua partecipazione alla scuola di formazione politica della diocesi, sede di Rho.

La partecipazione a questa scuola diocesana cosa ti ha lasciato? Ti ha dato un “valore aggiunto” per il tuo impegno sia in Polis che in Insieme per Legnano?

«Credo che la scuola mi sia stata utilissima per approfondire alcuni aspetti della politica italiana, sia per la parte storica (la nascita e lo studio della Costituzione italiana, i personaggi che hanno contribuito a un impegno dei cattolici in politica come don Sturzo…), sia per l’ascolto di testimonianze come quella di Giovanni Bianchi, già presidente nazionale delle Acli e poi parlamentare; incontri e lezioni hanno permesso a noi partecipanti di lavorare anche assieme in vari laboratori, ognuno con la propria storia di provenienza, la propria tendenza politica. Tale diversità di pensiero mi ha permesso di crescere e confermare che la pluralità di idee, provenienze culturali, argomentazioni non può e non deve essere un ostacolo, anzi deve essere un’occasione di arricchimento per tutti. Dei 2 anni di scuola di formazione, ricordo bene due pensieri che vorrei condividere: il primo è che il centro dell’agire politico è la persona e i suoi bisogni, il secondo è la differenza tra il considerare i “cittadini” individui o persone; l’individuo è qualcuno che posso “individuare” perché gli posso dare una posizione; la persona va oltre l’individuo, ha una sua unicità, sue esigenze, sue specificità».

E la politica come impegno diretto, quando è arrivata?

«Direi che la scuola ha rafforzato la mia passione per la politica, passione che a gennaio 2011 si è tramutata nella mia elezione a presidente di Insieme per Legnano, fondata da Franco Crespi. Succedere a Franco, così ricco di esperienza, di valori, non è stato semplice. Poi è arrivato il grande impegno verso le elezioni amministrative del 2012. Ovviamente ritengo di poter svolgere il mio ruolo in Insieme per Legnano solo con l’apporto indispensabile delle persone del direttivo e dei soci; da solo non potrei andare da nessuna parte».

I partiti e le liste legnanesi fanno formazione alla politica? La dovrebbero fare?

«La risposta scontata sarebbe che a Legnano non si fa formazione politica, ma che questa andrebbe fatta. Parlo di risposta scontata perché non si sente nulla di corsi organizzati da chicchessia; forse qualche forza politica legnanese fa al suo interno momenti formativi o di aggiornamento, ma non vengono pubblicizzati. In Insieme per Legnano abbiamo già discusso sulla opportunità di fare un corso di formazione, non abbiamo ancora nulla di definito e certo, ma sicuramente uno dei nostri progetti è poter fare formazione per avvicinare il più possibile i giovani alla politica ma anche renderli consapevoli che è dovere di tutti interessarsi della “cosa pubblica”. Una sana formazione politica può evitare le storture che quotidianamente ci vengono fatte vedere o leggere dai mezzi di informazione; una sana formazione è alla base anche di una sana “cultura politica” che si esprime sempre con il rispetto dell’altro, con il confronto e, perché no, con la condivisione di idee».

Formazione anche per allargare il “giro” di chi fa politica?

«Sì, certo, anche questo è importante. Formare vuol dire sensibilizzare e poi rendere partecipi. Dunque la formazione è anche la strada per rafforzare la partecipazione alla vita della città, rendere le persone responsabili della polis, far sì che i cittadini siano i veri attori del futuro

La manifestazione in Catalogna

Oggi ho ricevuto da un’amica Catalana, un suo scritto riguardante la manifestazione di ieri, io la riporto così come l’ho ricevuta, quindi con tutti gli errori di Italiano che comunque non rendono incomprensibile il testo

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Ieri si è fatta una manifestazione pacifica e a favore della indipendenza di Catalonia rispeto lo estato spagnolo.
Catalonia è una nazione e la manifestazione di ieri era per mostrare che vogliamo un stato propio, è così perchè lo stato spagnolo non da più complimento alle nostre aspirazioni.

Catalunya sempre si è sentita se stessa come una nazione diversa per la sua storia, la sua cultura e la sua lingua. Abbiamo sentimento di nazione catalana. Dentro Spagna dobrebbe essere possibile la convivenza plurinazionale, come è possibile in altre parte dil mondo democratico, ma la politica spagnola da sempre non è riuscita a fare o no ha voluto fare un stato rispetando la plurinazionalità.
È per questo che dopo intentare la convivenza mutua dopo tantissimi anni, le persone della Catalogna vogliono poter decidere e caminare per la indipendenza, il unico camino che alla fine ci resta per sopravvivere come nazione.
Per darvi un’ idea della situazione prolongada durante tanti anni,
Catalonia aporta a Spagna moltissimi più soldi di quello che riceve per poter far dopo a la dispesa sociale: scuole, ospedale…
Mentre, in altre parte di Spagna si perdono soldi facendo ad esempio aeroporti senza avioni, treni di alta velocità senza passegeri… e tante altre cose di questa maniera.
Sono tante cose di ingiustizia dil riparto tra catalognia e altre regione della spagna… e siamo noi che apportiamo tanto senza dopo recivere quello che abbiamo bisogno che la gente ha detto basta!
Credo ci sentirai a parlare, almeno adesso si è sentito fuora della Spagna che qualcosa succede!

Risumendo, Catalonia è una nazione ocupata in un stato che già non vogliamo più. Vogliamo poter decidere il nostro futuro come nazione.