Si chiama “Garanzia per i giovani” il programma europeo che si propone di attuare una serie di buone pratiche dedicate a ridurre la disoccupazione giovanile. Proposto alla fine del 2012 e adottato nel 2013, sarà adesso sostenuto da ingenti fondi europei.
Ne ha parlato in settimana Barroso durante la conferenza “Youth Guarantee: Making it happen” di fronte ad un contesto sempre più nero: sono milioni i giovani che non riescono a trovare lavoro, che dopo gli studi galleggiano in un limbo fatto di nulla o al massimo di stage non pagati.
È proprio nei paesi più deboli da questo punto di vista (e l’Italia è senza dubbio uno di essi) che si potrà fare affidamento sui fondi europei 2014-2020, destinati in parte proprio a creare occupazione.
Il programma ha un traguardo ambizioso, che riferito alla nostra nazione sembra quasi fantascienza, quello di offrire un’opportunità lavorativa entro 4 mesi dal termine degli studi, e per far questo sono stati messi in campo ben 6 miliardi di euro.
Fondamentale resta l’interazione tra soggetti pubblici, parti sociali e aziende del settore privato: e si spera che grazie alla rinnovata sensibilità sull’argomento dell’Europa, anch’essi smettano di vedere i giovani come persone da lasciare a tempo indeterminato nel parcheggio della speranza e inizino a considerarli la spina dorsale del futuro.