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La Politica è saper misurare le parole

Paolo Becchi e Beppe GrilloLungi da me fare polemiche, e lungi da me dare informazioni non corrette (infatti scrivo solo di cose che conosco); però questa cosa del prof. Paolo Becchi, e della presa di distanza dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle mi lascia un po’ perplesso.

La prima perplessità è che lo scritto sul blog di Beppe Grillo parla che i soli “… i gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle di Camera e Senato prendono nettamente le distanze da tutto quanto proferito dal docente dell’ateneo genovese …“, e  il resto del movimento?

La seconda cosa è che, se dovessi inserire paolo becchi nel modulo di ricerca del sito di Beppe Grillo , risultano essere presenti 694 documenti (tra testi, post, link, ecc. ecc.) … ora, va bene che non si può definire “ideologo”, ma che il movimento abbia attinto da qualche sua idea, o che sia stato maggiormente invitato a scrivere o parlare, non può essere negato …

Un nuovo Governo per l’Italia

Giuramento Governo
(Foto sky24)

In questi giorni il nuovo Governo sta illustrando al Parlamento, e all’Italia, il programma governativo per fronteggiare le crisi Economica e lo stallo della situazione politica.

Quello che mi ha colpito del discorso del Presidente Letta (discorso di cui ho letto degli stralci sui giornali) è la seria autocritica che ha fatto a tutti i partiti per la situazione di stallo e di blocco della vita “politica” nazionale; è vero che un Governo dimissionario era comunque in carica per gli affari ordinari, però i cittadini non capivano come mai, dopo le elezioni, si è dovuto aspettare 2 mesi per avere un Governo. In una situazione economica difficilissima, vedere i rappresentanti degli Italiani non accordarsi per cominciare a dare risposte, ha aumentato ancora di più la sfiducia nella classe politica.

Non voglio assolutamente parlare delle beghe interne dei vari patiti, però questa situazione non ha giovato a nessuno; posso però concordare che il Governo che è nato era l’unico possibile, vero è che alcune nomine mi danno qualche perplessità, però vedremo come lavoreranno. La cosa certa è che tutti, maggioranza ed opposizione, ora sono davanti all’assumersi le proprie responsabilità; responsabilità che devono riguardare un nuovo assetto della Repubblica, ma anche il far ripartire l’economia.

La questione economica è quella più drammatica, è quella che deve avere una risposta subito e di immediata eseguibilità; alcune dichiarazioni del Presidente Letta hanno subito accesso speranze come sostegno alle fasce veramente deboli, trovare i fondi per la cassa integrazione e gli esodati, la sospensione del pagamento IMU, e altre misure che comunque dovranno essere attuate per dare respiro a tutta l’Italia e far si che la nostra nazione possa diventare competitiva non solo in Europa ma nel mondo.

I viaggi che il Presidente Letta farà a breve in Europa avrà come scopo quello di dare una nuova fisionomia all’Europa per poter arrivare agli Stati Uniti d’Europa; un Europa non solo della finanza e dei conti, ma l’Europa dei cittadini.

Io sono molto fiducioso per il lavoro che farà il nuovo Governo, spero di vedere presto i risultati positivi del lavoro che tutti i ministri e parlamento faranno

Buongiorno Presidente

I social network sono belli perché ti permettono di interagire con più persone e aiuta a vedere che cosa pensano i tuoi “contatti” su quello che si scrive; in questi giorni ho scritto questo post:

Orgoglioso che il mio Presidente sia Napolitano; e piantatela di riproporre le frasi di Pertini. Grande antifascista, che per la libertà di tutti noi combatté il nazi-fascismo e più volte fu arrestato ed imprigionato, che da grande uomo di Stato ha sempre rispettato la legge e la Costituzione che ha aiutato a scrivere. Quindi tutti coloro che lo “usano” a proprio uso e consumo abbiano il rispetto di non nominarlo più.
Tutti coloro che usano la rete per fare informazione, si informino prima di scrivere

Qualcuno ha giustamente fatto notare che Napolitano è stato un buon presidente e tanto di cappello per la scelta fatta, però i partiti proprio non hanno fatto una bella figura, anzi tutti, chi più chi meno, hanno mostrato praticamente la propria immaturità e la propria debolezza; e concordo pienamente, la soluzione Napolitano è solo il ripiego di una classe politica che non riesce a dialogare e dove ognuno pensa di avere ragione e gli altri torto.

Ovviamente qualche altro ha criticato il mio scritto, ben lecito al farsi tanto più che la nostra Costituzione riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, tra cui quello di espressione; tra le critiche che si muovono principalmente c’è quello di aver avallato tutte le leggi proposte, specialmente da Berlusconi, lo si accusa di non aver usato il “veto” …. questa cosa mi risulta nuova, infatti l’articolo 74 recita

Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione.
Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.”

E’ questo il veto che si intende? Se fosse questo, il secondo comma dice chiaramente che la legge tornata alle camere, se non corretta viene approvata, il presidente la deve promulgare; quindi evitiamo di dare poteri al Presidente che non ha. Le uniche leggi che i Presidenti hanno rimandato alle Camere, erano quelle che non avevano copertura economica; quindi il nostro nessun Presidente non ha alcun potere di bloccare leggi all’infinito. Altro cavallo da guerra per chi contesta Napolitano è la questione delle intercettazioni; il Presidente non disse “distruggete le intercettazioni”, chiese soltanto se potevano essere utilizzate in quanto legittimo o meno che lui fosse stato intercettato; quindi anche qui evitiamo di scrivere titoli e parole sensazionali rigirando le questioni.

Comunque a chi parla di inciucio, consiglio di leggere di leggere l’intero discorso del Presidente della Repubblica alle camere riunite.

Il Partito Democratico alla fine? No, un nuovo inizio

Il 19 Aprile 2013 resterà nella storia italiana come il giorno più “tragico” di uno dei più grandi partiti italiani, il Partito Democratico; un partito che forse ha l’aria ancora di una fusione a freddo che avvenne tra DS e DL, una fusione che forse ha lasciato inalterato forse le vecchie strutture dei due partiti unendole in uno sono.

La sera del 19 tutti hanno parlato di “tragedia”, e per questo anch’io uso questo termine, per una serie di avvenimenti: il padre fondatore Prodi è stato affossato durante l’elezione del Presidente della Repubblica, Rosi Bindi si è dimessa da presidente del partito, Bersani ha annunciato le dimissioni da segretario dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica; è vero questi avvenimenti fanno vedere una lacerazione, una spaccatura, una situazione di estrema debolezza. Dall’altra parte i diretti avversari del Partito Democratico gongolano, ridono e festeggiano; anzi si preparano a ergersi come gli “unici” che sono uniti, che hanno idee e che hanno una guida.

Non posso certamente nascondere che anch’io sono rimasto sconcertato da questi avvenimenti, e sono rimasto attaccato a TV, Internet e Social Network per capire e comprendere meglio cosa stava succedendo.

La deflagrazione del Partito Democratico credo parta ancora dal suo interno, nel senso dal profondo del partito, parte dal fatto che il partito si sta ancora evolvendo, sta piano piano cambiando pelle, sta cercando di maturare ma purtroppo alcuni retaggi del passato rimangono ancora.

I retaggi li vedo ancora nel fatto che il Partito sembra un insieme di correnti, vere o false che siano, che qualche eletto democratico (a tutti livelli) si identifica con una persona del partito e non nelle idee, che quando succede quello che è successo ieri tutti si nascondono dietro “è colpa loro” e pochi si assumono le responsabilità (oggi Bindi e Bersani se le sono assunte); retaggi del passato sono anche i concetti del “se non vinco io, piuttosto perdiamo entrambi“, quindi pensare prioritariamente alla propria posizione e non a quella che sia la migliore.

Il Partito Democratico deve crescere anche per quel che riguarda le primarie, e non perché io votai Renzi, ma perché se il Partito Democratico indice primarie, deve dare:

  • un minimo di base comune e una partenza uguale a tutti
  • le strutture organizzative a disposizione di tutti
  • il non schieramento della dirigenza per uno dei contendenti
  • il confronto tra i candidati deve avvenire tra questi, non con dichiarazioni di dirigenti simpatizzanti dell’uno o dell’altro.

Il Partito Democratico è una grande intuizione, una grande idea, un grande progetto; un Partito che deve guardare avanti e che deve essere capace di trasformarsi, un partito che sia in grado di parlare al Nord come al Sud, al giovane come all’anziano, all’operario come all’industriale; un Partito che metta da parte le proprie correnti e simpatie interne ma che sappia ascoltare tutti, un Partito talmente democratico che se qualcuno dissente non deve essere visto come uno “sfasciatore”, additato e processato; un Partito che faccia il Partito e che sia interlocutore verso tutti, un Partito che non può e non deve essere visto come rappresentante politico di un sindacato specifico, ma di tutti i sindacati e di tutte le organizzazioni economiche Italiane.

All’inizio parlavo di “tragedia”, ma per me non è una tragedia, non lo è perché se il 19 è stato una Caporetto come nel 1917, ora bisogna trovare un nuovo generale, una nuova classe dirigente e dei nuovi giovani (come lo furono i ragazzi del 1899 nella Grande Guerra) che permetta al Partito Democratico una nuova fase, una nuova evoluzione; serve una nuova linea che permetta al Partito Democratico di ritornare ad essere autorevole e non lo zimbello del Parlamento, un Partito che metta in risalto la propria forza delle idee (e non solo degli uomini) e che metta in luce le contraddizioni del propri antagonisti, un Partito che permetta ai propri iscritti ed elettori di guardare fieri negli occhi chi ha votato Pdl, Lega, M5S, SC e altri entrando in un confronto serrato, e sempre civile, dove si confrontano le idee e non le ideologie, un Partito Democratico che se non oggi, ma domani 21 Aprile, possa essere determinante alla elezione del Presidente della Repubblica … perché domani? Perché domani è il compleanno di Roma, della città eterna, noi siamo nati il 21 Aprile 753 AC, se il mondo occidentale ed avanzato è quello che è oggi, è perché tutti partì da quel 753 AC.