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Franco Tosi Deve restare a Legnano

Alcune informazioni che sono state comunicate durante la Commissione comunale permanente 2 sul tema Franco Tosi dopo aver ascoltato le parti sindacali.

I punti fermi emersi e comuni a tutti i rappresentanti sono stati:

  • La Franco Tosi deve restare a Legnano e non delocalizzata, anche fosse nel territorio dell’alto milanese,
  • Chi si propone per l’acquisto deve fornire anche un serio piano industriale e quindi un piano di investimenti,
  • Salvaguardare l’occupazione e la professionalità.

Gli interventi hanno comunque evidenziato i seguenti aspetti:

  • a fronte di una stima di 16 Mln per acquisto ramo d’azienda, le offerte sono arrivati al massimo a offrire 3.6 Mln
  • a fronte degli attuali 358 dipendenti, nella migliore delle offerte i lavoratori assunti immediatamente sarebbero 170 + 40 nel biennio successivo
  • aver messo la Franco Tosi sotto un commissario ha praticamente evitato il fallimento e ha permesso di avere un portafoglio ordini da 50-70 Mln
  • l’acquirente della Franco Tosi deve avere liquidità non solo per l’acquisizione, ma anche per depositare le fidejussioni richieste quando si vincono dei lavori
  • si sta manifestando un problema generazionale e professionale; questi anni di crisi hanno visto l’allontanamento delle persone più qualificate
  • ci sono peculiarità che esistono in Franco Tosi e in nessun’altra parte d’Italia
  • dare dignità ai lavoratori della Franco Tosi
  • che la comunità, la città, si stringa attorno alla propria fabbrica.

Franco Tosi: le dichiarazioni del Sindaco dopo l’incontro di Roma

Il comunicato del sindaco di Legnano Alberto Centinaio in merito all’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza Franco Tosi di Legnano

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«Devo purtroppo constatare che gli sforzi messi in atto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Commissario straordinario non stanno dando ancora i risultati attesi. Le offerte pervenute, di cui siamo stati informati oggi a Roma, lasciano sussistere serie preoccupazioni sia sul fronte della salvaguardia dei posti di lavoro sia su quello della permanenza, nel medio e lungo periodo, del marchio Franco Tosi nel territorio legnanese. Do atto degli sforzi, della tenacia e della competenza che il dott. Castano prima ed il dott. Lolli poi hanno messo in campo.

Al fine di facilitare una soluzione soddisfacente della crisi, l’Amministrazione Comunale di Legnano ha immediatamente stabilito un rapporto di piena collaborazione con il Commissario straordinario Andrea Lolli ed ha garantito la massima disponibilità ad intervenire negli ambiti di propria competenza (urbanistica e viabilità, ovviamente nel quadro della revisione del PGT, che naturalmente dovrà essere approvato dal Consiglio Comunale), una volta che sia stata fatta salva la tutela dei posti di lavoro, la continuità aziendale ed il mantenimento del sito produttivo sul territorio legnanese.

Consapevoli degli impegnativi investimenti necessari per permettere alla nuova Franco Tosi di vincere le concorrenze sul mercato – investimenti che possono scoraggiare la maggior parte degli imprenditori potenzialmente interessati – abbiamo più volte chiesto, anche al tavolo ministeriale, quali sono le politiche governative in merito al piano energetico nazionale, ovvero: il nostro Paese vuole mantenere un ruolo forte sul mercato nazionale ed internazionale dell’energia, di cui le turbine sono un componente fondamentale?

Se la risposta è no, credo ci sia da farsi poche illusioni sulla possibilità di dare un futuro alla storica società legnanese. Se al contrario la risposta è si, bisogna che la politica governativa si traduca in pratica.

Non spetta al Sindaco di un Comune indicare le modalità degli auspicati interventi governativi. Ricordo una risposta polemica del dott. Castano ad una mia richiesta in merito: “Non è più epoca di industrie di Stato”. Peccato però che poi gli indirizzi del Governo in altri settori siano stati di altra natura. Si vedano gli interventi statali sui casi Alitalia per il trasporto aereo, sull’Ilva per la siderurgia e su Ansaldo Energia.

Il Comune non vuole limitarsi a dare lezioni al Governo, ma è pronto a fare la propria parte. Verificato l’accordo del Consiglio Comunale ed ottenuto lo sblocco dallo Stato dei nostri soldi fermi da anni in Banca d’Italia dal Patto di Stabilità, potrebbe studiare possibilità e modalità per investire parte del proprio avanzo, che ammonta a circa 30 milioni di euro, su un convincente e lungimirante piano di rilancio della Franco Tosi Meccanica Spa, una società che è uno dei simboli della nostra città».

Commemorazione dei lavoratori della Franco Tosi deportati nei lager Nazisti

Il discorso del sindaco di Legnano, Alberto Centinaio, letto anche a nome del sindaco metropolitano, Giuliano Pisapia, a ricordo dei deportati della Franco Tosi ad opera delle SS il 5 Gennaio del 1944.

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Nel giorno in cui ricordiamo i lavoratori della Franco Tosi deportati nei lager nazisti, non possiamo ignorare altri eventi di più stretta attualità. Mi riferisco in particolare alla situazione di incertezza sul futuro di questa azienda, che continua a trascinarsi da troppo tempo, e ai drammatici fatti che pochi giorni or sono hanno insanguinato Parigi.

Nel primo caso sono consapevole che manifestare la solidarietà ai lavoratori della Tosi rischia di essere un rituale doveroso ma insufficiente: è arrivato il momento in cui chi di dovere deve assumersi le proprie responsabilità. Troppe parole sono già state spese, troppi politici sono passati da piazza del Monumento senza vedere risultati concreti. Occorre che il Governo dica con chiarezza se l’Italia intende continuare ad avere una propria politica industriale ed energetica. E’ inconcepibile che un’azienda come la Franco Tosi non venga considerata strategica e sia lasciata a vegetare in queste condizioni.

La prossima settimana mi recherò, ancora una volta, a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, per sedermi attorno all’ennesimo “tavolo” dedicato a questa vertenza. C’è da sperare di tornare da quell’appuntamento avendo finalmente ascoltato qualche cosa di concreto e di positivo.
Questo auspicio non è solo del primo cittadino di Legnano ma di tutti i sindaci dell’Alto Milanese e di Giuliano Pisapia, il Sindaco della Città Metropolitana Milanese, che mi ha chiesto formalmente di rappresentarlo. A questa manifestazione partecipa oggi un numero elevato di sindaci accompagnati dai rispettivi gonfaloni. E’ un segnale di attenzione a temi che non possono essere circoscritti al solo ambito locale. Un discorso analogo vale per i fatti di Parigi. Il testo che ora leggerò è stato condiviso da Pisapia e dai 20 Comuni del Patto dei Sindaci dell’Alto Milanese.

«Il 71° anniversario della retata nazifascista alla Franco Tosi e della deportazione di un gruppo di lavoratori nei lager tedeschi cade a pochi giorni di distanza dai tragici fatti che hanno insanguinato Parigi. Ieri come oggi assistiamo al ripetersi di episodi che, seppure verificatisi in epoche e contesti differenti, sono la conferma di quanto la violenza, l’intolleranza, l’odio politico, religioso e razziale sono ancora largamente diffusi nel mondo.
Settantuno anni fa – il 5 gennaio 1944 – due camion pieni di SS, coadiuvati da reparti della milizia fascista, irruppero nella Franco Tosi per mettere fine a una lunga sequela di scioperi che paralizzava la produzione bellica. Lo fecero arrestando un gruppo di lavoratori sindacalizzati, alcuni dei quali esponenti di primo piano del movimento antifascista legnanese. Otto furono deportati nei lager tedeschi. Uno solo sarebbe tornato a casa; gli altri sette morirono di fame, freddo, lavori forzati e malattia.
Pochi giorni fa, a Parigi, il mondo intero ha assistito impotente ad episodi di una violenza inaudita. Fatti che si aggiungono ad analoghi episodi che da tempo insanguinano la Nigeria e altre parti del mondo. Due sono i temi che si intrecciano alla base di questi episodi: quello della libertà di espressione e quello della violenza religiosamente motivata.

Sarebbe bello poter liquidare il massacro nella redazione del giornale satirico “Charlie Hebdo” come un gesto isolato di alcuni squilibrati. Così purtroppo non è: abbiamo a che fare con un virus che si aggira nel mondo e che potrebbe infettare altri Paesi. E’ per questo motivo che occorre evitare di cadere in una sorta di relativismo culturale secondo il quale il rispetto per le altre culture e le altre religioni rischia di far finire in secondo piano la rivendicazione dell’universalità dei diritti umani.
La convivenza in una società che sarà sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa non può prescindere dall’affermazione di valori come la libertà, la democrazia e il pluralismo. Di fronte a tragedie come quella di Parigi occorre ribadire con forza che i diritti fondamentali dell’uomo devono essere proclamati e rispettati in ogni parte della terra, senza eccezione alcuna.
Integrazione e sicurezza sono due facce della stessa medaglia. Vanno messi in campo tutti gli strumenti di prevenzione e di repressione per fare in modo di isolare i violenti, di fermare i potenziali terroristi, di sventare gli attentati. Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile la collaborazione di tutti i leader religiosi e dei responsabili delle comunità straniere presenti in Italia.
Non basta astenersi da ogni forma di fanatismo o di predicazione dell’odio, devono incoraggiare il rispetto della legalità e, soprattutto, vigilare in modo fattivo sugli appartenenti al loro gruppo etnico o religioso.
E’ quanto chiediamo con forza a tutte le comunità musulmane presenti anche nelle nostre città. Non è sufficiente non condividere certi atteggiamenti, occorre che denuncino senza alcuna remora ogni comportamento illegale e pericoloso. E’ alla prova dei fatti che sarà possibile coltivare rapporti di serena amicizia e di schietta collaborazione.

Soltanto quando avremo cancellato tutto ciò che può favorire il diffondersi dell’odio e dell’intolleranza potremo garantire un futuro migliore ai nostri figli. Lo dobbiamo ai deportati della Franco Tosi che oggi ricordiamo. Se l’Italia riuscì a risollevarsi dalla tragedia della guerra e a ricostruire un Paese basato sulla democrazia e su valori condivisi, è anche grazie al loro sacrificio. Senza tentennamenti e compromessi misero al primo posto la difesa dei diritti sindacali e della libertà di espressione di fronte a chi usava l’odio e la violenza per distruggere la vita umana».

Record di visitatori alla Madonna del Latte di “Un’Opera in Comune”

Questo il comunicato stampa del Comune di Legnano a conclusione dell’iniziativa “Un’opera in Comune.

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Ha chiuso i battenti con una partecipazione di visitatori più che raddoppiata rispetto all’anno scorso l’edizione 2014/15 di “Un’Opera in Comune”. Davanti al quadro di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, denominato Madonna del Latte, sono infatti passate più di 7.600 persone nel periodo in cui è stato esposto nella Sala Stemmi di Palazzo Malinverni, dal 5 dicembre 2014 al 6 gennaio 2015. La maggior parte (4.086) ha sfruttato le visite guidate dai 12 volontari che si sono alternati nei fine settimana e nelle festività. Ad ammirare l’opera non sono stati solo i legnanesi ma anche un discreto numero di persone provenienti da tutti i paesi della zona, dal Varesotto e da altre province lombarde. Alcuni hanno aderito alla proposta di completare il tour artistico visitando anche le due chiesette di Cislago e Nosate che ospitano al loro interno altre immagini di una Madonna del Latte.

«La soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa è grande – commenta l’assessore alla Cultura Francesca Raimondi –. Questo risultato è il frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto anche la struttura comunale, che ringrazio. La cittadinanza ha dimostrato di gradire l’iniziativa e questo ha portato anche a un interesse crescente da parte degli sponsor. Per il prossimo anno pensiamo di proseguire la collaborazione con l’Accademia Carrara di Bergamo».

Tra i visitatori molti hanno lasciato un loro commento sul registro allestito nell’atrio del Municipio. Tra questi, quello di una persona proveniente dal New Jersey.

Lunedì prossimo il sindaco Alberto Centinaio e l’assessore Francesca Raimondi incontreranno le guide volontarie e i curatori della mostra per esprimere il ringraziamento dell’intera Amministrazione comunale per l’impegno dimostrato. Il numero delle guide potrebbe aumentare in futuro in quanto sono 47 coloro che hanno la loro disponibilità ad impegnarsi per le nuove edizioni di “Un’Opera in Comune”.